(S)Visti da Lontano – Due errori: la chiamata di Juric e la cessione di Piatek. E il Genoa rischia la serie B

Abbiamo visto spesso in questi anni errori gravi e plateali: chiamare Delneri e Malesani, cacciare Gasperini, richiamare il tecnico croato; ma mai due sbagli così grossi e probabilmente irrimediabili nella stessa stagione

Federico Santini Genoa Preziosi

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Enrico Preziosi, con la chiamata di Juric e la cessione di Piatek, ha dato scacco matto al Genoa: due semplici e incomprensibili mosse per rischiare di mandarlo in Serie B.

Il Grifone subisce quasi 2 gol a partita, schiera un centrocampo che non filtra e ora ha un attacco che tra Pandev, Kouamè e Favilli potrà garantire al massino 6-7 gol da qui a fine campionato.

E’ suicida caricare il peso dell’attacco su Favilli, 22 anni e 4 presenze in Serie A, all’esperto, ma non più nel fiore degli anni, Pandev, o a Kouamè, che per sua stessa ammissione non vede la porta (3 gol finora di cui 1 su autorete).

Nuovi innesti serviranno a poco: chiunque arrivasse, ammesso e non concesso che fosse buono, non sarebbe pronto. Lo stesso Pjaca, che non è una prima punta, ha segnato 3 gol negli ultimi 2 campionati e mezzo.

Abbiamo visto spesso in questi anni errori gravi e plateali: chiamare Delneri e Malesani, cacciare Gasperini, richiamare Juric; ma mai due errori così grossi e probabilmente irrimediabili nella stessa stagione.

A nessun genoano adulto in fondo interessa di Piatek (ma non ai bambini…). Questa plusvalenza verrà abbondantemente scontata, non da Jose Mari o qualche altro scarto Milan, ma dai costi di una retrocessione in Serie B che probabilmente sarà inevitabile.

Al genoano adulto interessa che questa “azienda Genoa” ha perso tutto il suo sistema di valori riconosciuto dai propri stakeholders (tifoseria, città…). Il Genoa oggi è una scatola vuota, un passatempo personale tra Ibiza, Forte dei Marmi e Milano: va bene commerciare, ma serve mantenere una struttura, una organizzazione, un know-how, una affidabilità, una credibilità verso i propri tifosi e verso l’esterno. Altrimenti fate un bel fantacalcio tra Presidenti e chi vince si fa offrire una cena al Lio di Ibiza o in Capannina.

Qui non c’entra l’amore dei tifosi, gli striscioni offensivi, o i soldi che un Presidente ci mette o ci guadagna. Qui ormai sono venute a mancare le basi.

Nelle prossime settimane Preziosi e Perinetti ci risparmino le loro stucchevoli interviste: sia le scuse presidenziali a reti unificate, sia quelle tattiche del tipo “nessuno parte” o “potremmo vacillare di fronte a una offerta monstre” sentite in questi giorni dal DG.

Qui urge capire come il Popolo Genoano possa riuscire aprire un dialogo con le istituzioni cittadine e finanziarie per superare l’era Preziosi che anche per limiti di età si va esaurendo. Non sarà facile ma il patrimonio di storia e tifosi aiuteranno.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.