Qualcosa è cambiato. De Canio ha schierato un Genoa ordinato e ben messo in campo. Il Lucano ha deciso, intelligentemente, di intervenire sul reparto che più di tutti ha sofferto: il centrocampo. Dentro Belluschi, nel ruolo di metodista, e fuori Gilardino. I giocatori sono apparsi concentrati, si sono aiutati a vicenda, hanno agito e giocato da gruppo.
Il Grifone ha pagato carissimo l’entrataccia, assolutamente inutile, di Jankovic. Un grave errore di concentrazione, di attenzione. Non a caso Bosko negli ultimi giorni si era maggiormente preoccupato di parlare con la stampa balcanica, azzardando improbabili paragoni tra la contestazione del cuore pulsante della Nord e le gesta genovesi di “Eroi” e “Becchini” (questi i nomi tradotti degli ultras di Stella Rossa e Partizan). Salvo poi riparare ringraziando i tifosi genoani per averlo atteso e incoraggiato per due anni di “nulla calcistico”. Incredibile.
Qualcosa è cambiato. A quattro giornate dal termine questa squadra, continuando a giocare con questo cipiglio, potrebbe riuscire a mettere insieme i punti per salvarsi, sfatando anche il tabù vittorie. Difficile stabilire una quota precisa, ma ormai è chiaro che si tratta di una lotta a due. Il Lecce, a eccezione della visita a Torino tra due domeniche, sponda Juventus, affronterà match abbordabili, ma imprevedibili.
Deduciamo quindi che la partita di Bologna sarà fondamentale. I rossoblu sono di fatto salvi, e giocano meglio fuori casa che al Dall’Ara. Partita da vincere, ma anche un pareggio potrebbe tornare utile. A conferma che qualcosa che è cambiato.
Federico Santini
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