Il Genoa implode e rilancia una Roma che al sedicesimo del primo tempo poteva essere considerata allo sbando.
Il problema non è di forma fisica, di infortuni, di allenatore, di cambi più o meno azzeccati o di schemi. Il problema è che questo Genoa è mediamente scarso. Ed è scarso soprattutto quando è chiamato a costruire e non a giocare di rimessa.
La consistenza di questo Grifone è del resto dimostrata dai numeri.
Il Genoa, dopo aver ormai due mesi fa superato il Cagliari, ha raggranellato la miseria di due punti in quattro partite interne, peraltro giocate contro una Juve in versione non irresistibile, un Parma in difficoltà, un Palermo in difficoltà e una Roma in difficoltà.
La squadra di De Canio ha fatto decisamente meglio in trasferta, ma sul rendimento totale pesa parecchio l’impresa insperata dell’Olimpico lato Lazio.
Ora è assolutamente inutile iniziare il solito balletto del tutti contro tutti e della ricerca dei giocatori da mettere sulla graticola.
La rosa è questa, e le prime otto partite hanno confermato, se mai ce ne fosse bisogno, che è meglio accantonare ogni sogno di grandezza. L’obiettivo può essere solo la salvezza.
La buona notizia è che il livello medio del campionato è sempre più sprofondato, e quindi questa rosa, pur con i suoi tanti limiti, ha delle qualità da sfruttare per centrare la salvezza.
Ma occorrerà sudare e lottare su ogni pallone. Non è ancora chiaro, infatti, quale sia la terza debolezza della Seria A dopo Pescara e Siena.
Voltiamo pagina. Il calendario offre un sabato sera a San Siro, dove il Genoa non supera il Milan da tempo immemore. Anzi di solito è sempre parecchio sfortunato.
Sarebbe bello riuscire a fare per una volta il colpo grosso e mettere in seria difficoltà calcistica una delle dirigenze più antipatiche al Popolo rossoblù.
Federico Santini
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