Vince Tavecchio: cosa ci aspetta nel prossimo quadriennio

Dai Centri Tecnici Federali al 'no' alla riduzione delle squadre di Serie A

Il presidente federale Carlo Tavecchio (da figc.it)

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Ha vinto Carlo Tavecchio, con il minimo sindacale e al terzo scrutinio. Dalle urne federali si desume che il suo nome non godesse di così tanta trasversalità. Ma tant’è. Resterà alla guida del calcio per altri quattro anni, quadriennio olimpico fondamentale per il rilancio di questo sport. Nell’estate 2014 Tavecchio si presentò male all’opinione pubblica: clamoroso il caso di quell’Optì Pobà durante una conferenza stampa. Frasi assolutamente da censurare.

A distanza di due anni capiamo meglio il Tavecchio presidente confrontando le promesse con i risultati raggiunti. L’amministrazione federale è meglio organizzata e meno costosa (riduzione del 10% delle spese generali); in campo, il marchio azzurro sgomita nei ranking ma il lavoro di Conte ha ridato entusiasmo e creato aspettativa attorno alla Nazionale. Positive le riforme sui giovani, il calcio femminile, le licenze, l’acquisto di società (il caso Parma ha insegnato qualcosa), passi in avanti con la tecnologia in campo e i centri federali.

Di seguito ecco i punti cruciali sui quali Tavecchio si giocherà tutto entro il 2020.

Riforma dei campionati

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Il programma depositato da Tavecchio ha un merito: parla chiaro. La riforma dei campionati? É possibile modificando solo l’ascensore retrocessioni/promozioni: due scendono, due salgono, la terzultima spareggia contro la terza della Serie B (come in Bundesliga). I trenta milioni risparmiati dal ‘paracadute’ sarebbero distribuiti tra B e Lega Pro. É impossibile una Serie A a diciotto squadre: si resterà così almeno fino al 2020-2021 (dal 2018-2019 sarà a regime l’obbligo del pareggio di bilancio).

La Serie B sarà a venti squadre entro tre stagioni; la Lega Pro a due gironi da venti squadre entro tre/quattro stagioni (ripescaggi bloccati nei primi due anni), salvo quanto si dirà all’ultima scheda.

Nascerà una nuova serie di dilettanti, si chiamerà ‘D Elite’ e sarà composta da quattro gironi da diciotto squadre; la Serie D normale avrà otto gironi da diciotto squadre.

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