Il Genoa riesce a superare la Salernitana, allungare in classifica e distanziare la zona calda. Forse qualcuno si aspettava, dopo il primo tempo scintillante, che il Grifone dilagasse: ricordiamoci che la Serie A è difficilissima e anche l’ultima in classifica schiera calciatori in grado di fare la differenza in tutti i principali campionati come Dia.
Prima di affrontare il risorto Cagliari, nel mezzo una bella partita di Coppa Italia contro la Reggiana.
Questo incontro ha due profumi fortissimi. Il profumo del gemellaggio tra le due tifoserie, che si troveranno prima della partita e sfileranno in corteo sino al Ferraris.
E il profumo di incroci lontani, quando la “Regia” batteva i campi della Serie A, giocava nel piccolo ma bollente Mirabello e i grandi campioni giocavano (anche) nelle provinciali del calcio italiano.
Sono passati quasi 30 anni da quel Genoa-Reggiana 3-1. Nulla di strano all’apparenza se non che i marcatori furono un capocannoniere di un mondiale come Skuhravy (doppietta), e per gli emiliani un certo Paulo Futre, fuoriclasse portoghese capace di arrivare secondo alla nomina del pallone d’oro nel 1987.
L’auspicio, sotto il profilo meramente calcistico, è che il Grifone riesca a ottenere la qualificazione senza infortuni e senza supplementari e che la Reggiana si consolidi per affrontare di slancio il campionato di Serie B.
Andare avanti in Coppa Italia è pleonastico, perché questa formula è studiata per far arrivare in semifinale le solite, ma quest’anno le romane stanno portando bene e sul cammino di Albert e compagni ci dovrebbero essere proprio Lazio e Roma.
