Il Genoa perde pure con il Sassuolo e i presentimenti più foschi che angosciavano i tifosi dopo il pareggio con il Benevento si dimostrano reali.
I risultati del duo Faggiano-Maran pesano, ma dobbiamo anche ammettere che dopo un iniziale inversione di tendenza, il Genoa si è afflosciato.
I limiti della squadra sono sempre gli stessi e ci siamo stufati di ripeterli.
Il Grifone non ha “spina dorsale”. L’asse portiere-difensore centrale-regista-centravanti è largamente incompleto o se volete precario. Romero non è stato rimpiazzato. Piatek nemmeno. Strootman ieri era assente e non ha sostituto. Le prestazioni maiuscole della parte centrale del campionato di Radovanovic e Destro si sono state illusorie.
Risultato: avendo gli scontri diretti contro Benevento e Torino contro, il Genoa deve vincere una partita. Il rischio è di non vincere a Bologna e trovarsi quart’ultimi, con Fiorentina, Cagliari, Torino e Spezia salve o a 1 punto dalla salvezza.
Come 2 anni fa il Grifone si è drammaticamente involuto e ora bisogna raccogliere tutte le forze residue.
Attenzione. Scontato che il Benevento perda a Bergamo e vinca con il Crotone, anche un pareggio a Bologna potrebbe bastare per andare poi a Cagliari a chiedere la grazia a Pavoletti e compagni.
Questo campionato sembra sempre più quello di 2 anni fa, con una squadra data per spacciata (Bologna allora, oggi Cagliari) che si salva in carrozza e il Genoa a rimanere con il cerino in mano.
E’ bene ribadire che se il Grifone retrocederà la colpa sarà esclusivamente della solita rivoluzione-restaurazione-contro rivoluzione di Preziosi, che per il quinto anno consecutivo, cioè da quando ha pagato Gasperini per andarsene, è riuscito ad allestire delle squadre (nel senso più ampio del termine) indecenti con quota 40 raggiunta e superata solo in 1 caso su 5.