«Io penso che l’esperienza non sia davvero un problema». In un’intervista a Sky Sport Johannes Spors, general manager del Genoa, ha risposto così alle osservazioni riguardanti la sua scarsa conoscenza del calcio italiano. «Onestamente ho ricevuto le stesse domande qualche anno fa – prosegue il dirigente rossoblù – quando ero il primo direttore tedesco in Olanda ed è andata bene: abbiamo vissuto un buon periodo. Ora sono il primo tedesco nel calcio italiano, sono abbastanza convinto che il nostro calcio è europeo».
Spors non è assolutamente intimorito: «Sono pronto a portare a termine questa sfida. Penso che sia un’avventura affascinante: è il motivo per cui sono venuto qui, in questo progetto ambizione e non vedo l’ora di iniziarlo. Ok, so che sono abbastanza giovane: ho 39 anni, ma ho parecchia esperienza nel mio lavoro, lavoro nel mondo del calcio da 15 anni. Ho lavorato all’Hoffenheim, all’Amburgo, in Olanda: ora sono qui e sono molto contento».
Spors ha ricordato il suo passato con il suo maestro Rangnick, un periodo molto proficuo e importante: «Ho trascorso dei bei momenti insieme a Rangnick, ci conosciamo da tanto tempo, mi è sempre piaciuta la sua passione, la sua motivazione nel lavoro quotidiano, e questo l’ho imparato da lui».
Cosa c’è da fare subito nel Genoa per il manager? «Adesso dobbiamo allineare la nostra visione con quella della squadra. Avremo la possibilità di operare nel mercato, ma non spenderemo soldi tanto per farlo, saremo attenti al tipo di investimento per fare la scelta giusta al momento giusto. Quando saremo tutti convinti agiremo, che è abbastanza importante in quella situazione. Per me è molto importante che allineiamo la nostra visione di calcio alla rosa. Parleremo con l’allenatore per essere sicuri che parliamo degli stessi ruoli, dello stesso stile di gioco, degli stessi bisogni e poi decideremo in che ruoli sarà meglio intervenire».
C’è un aiuto per la costruzione della squadra che può essere forse decisivo, ma deve essere unito all’esperienza: «Le statistiche ti possono dare delle informazioni che gli occhi non possono darti, ma è importante anche sapere che gli occhi possono vedere cose che le statistiche non vedono. E’ sempre una combinazione di entrambe le cose, non puoi scegliere: deve essere un mix, questo è importante per il mio metodo. Quando scopri i giocatori non è mai l’intuizione di un singolo, è sempre un lavoro di squadra. Firmino quando è arrivato all’Hoffenheim era molto giovane: alla sua prima partita c’era la neve e non era abituato, aveva bisogno di tempo, aveva bisogno di lavorare, aveva bisogno di persone che lo seguissero e lo aiutassero a diventare un calciatore da prima squadra. Ora non abbiamo tutto quel tempo per far crescere un giocatore, nel futuro del Genoa sarà possibile ma adesso abbiamo altre priorità».
Spors passa a parlare del club più antico d’Italia: «Questo per noi è l’inizio del progetto, l’inizio dello sviluppo del club, una crescita che ci deve portare in alto, è difficile dire dove arriveremo. L’importante è non restare fermi a dove si è ora, vogliamo diventare un club moderno, innovativo, europeo. Io sono qui per trasformare il Genoa in tutto questo».