Spors, l’allievo di Rangnick, pronto per il Genoa

Undici anni con il maestro tedesco, tra campo e scouting a Hoffenheim e Lipsia: poi Amburgo e il capolavoro Vitesse

Spors
Johannes Spors (dalla sua pagina Twitter)

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La corsa al soglio dirigenziale del Genoa dovrebbe aggiudicarsela Johannes Spors, rampante direttore sportivo del Vitesse formatosi con Ralf Rangnick, padre del nuovo calcio di Germania nato sotto la stella del Gegenpressing che ha infatuato Klopp e Tuchel, gli ultimi tecnici campioni d’Europa. Spors, laureato in economia presso l’università di Heidelberg con dissertazione finale sulla politica dello sport, entrò nel calcio nel 2007, all’età di venticinque anni, come analista video dell’Hoffenheim: con Rangnick, le Alci dell’Alto Reno non propriamente conosciute in Europa salirono dalla terza serie della Regionalliga al titolo di Herbstmeister, campioni d’autunno, a tal punto che la maggioranza dei tifosi tedeschi al sondaggio generale “Dov’è Hoffenheim?” rispose “Davanti al Bayern Monaco”, anziché “Vicino a Heidelberg”. Spors rimase nel club per otto anni dove vide esordire Firmino, Ibisevic, Demirbay, Luiz Gustavo e Volland, soltanto per citare i più famosi.

Sotto l’ala protettrice del maestro Rangnick, Johannes Spors lavorò ventisei mesi al Lipsia, galassia Red Bull, come capo degli ossevatori. Inutile dire che nella famiglia della bibita energetica versata tra Salisburgo, New York e Lipsia passarono Naby Keita, Sadio Mané, Upamecano, Timo Werner e il fenomeno del futuro Erling Haaland. Calciatori prima sconosciuti e rivenduti a peso d’oro ai più grandi club del mondo. Prima del Vitesse, Spors gestì un tribolato mandato biennale di capo delle risorse umane all’Amburgo, storico club di Germania retrocesso in Zweite Liga nel 2018 per la prima volta. Si consacrò in Olanda costruendo durante la pandemia una squadra che raggiunse la finale di coppa Nazionale, persa nei minuti di recupero contro l’Ajax, e la qualificazione alla prima Conference League, dove peraltro domani può eliminare dal giorne il Tottenham di Conte se gli Spurs non vinceranno a Rennes. Il più giovane direttore sportivo della Eredivisie ha conseguito risultati tenendo basso il costo del lavoro della società (ventidue milioni di euro) e la media età della rosa puntando su un’identità di gioco costruita di concerto con l’allenatore Thomas Letsch: difesa a tre alta e aggressiva e possesso palla nella metà campo avversaria.

Spors si è emancipato da Rangnick, ora al Manchester United, dopo undici anni molto formativi durante i quali ha imparato a conoscere il calcio attraverso un ruolo di campo, quotidianamente a contatto con il comparto tecnico, e vissuto un’esperienza dirigenziale in una multinazionale dello sport – dopo Dietmar Hopp e l’oligarca Valeri Ojf – come Red Bull abituata a primeggiare: al Genoa può portare sano rigore tedesco, mentalità competitiva e la capacità di dialogare con il settore giovanile avendo sempre avuto una particolare dedizione per lo sviluppo dei ragazzi. «A chi arriva dico che tra quattro anni non lo voglio più vedere. I giovani devono fare il prossimo passo di carriera, li accompagnerò fin lì» ha spiegato in una recente intervista. Il modello Vitesse, sinora il capolavoro personale di Spors che crea valore attraverso una proposta di calcio innovativa come da scopo sociale della holding 777 Partners, può essere replicato al Genoa ma con il solito dubbio: tale fruttifero modus operandi può innestarsi a stagione in corso e, nell’eventualità di una risposta affermativa, in quanto tempo?

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