Salvezza obiettivo difficile per Ballardini, ma si spera che il Genoa esca da questo maledetto tunnel

E’ la quarta volta che il tecnico ravennate torna al capezzale del Grifone: speriamo compia l’ennesimo miracolo

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Il Genoa “Balla” per la quarta volta. E sia. Per Ballardini non sarà certo un “Ballando con le stelle”. Purtroppo, come ha detto un tifoso a cui è rimasto ancora un pizzico di ironia, “ballando con le…stalle!”.

Chi ci impressiona molto è il presidente Preziosi che sembra non drammatizzare mai: va male un tecnico, se ne prende un altro, che male c’è? Sei allenatori, dopo l’ultimo Ballardini, 29 in 15 anni riferiscono le statistiche. E’ certamente una forma di “acquisti compulsivi”.

Ora è la volta del ritorno di Ballardini: onestamente, è l’unico che (dopo Gasperini) ha fatto abbastanza bene, niente di eccezionale per carità, in quanto al gioco ma almeno ha sempre salvato la squadra dalla retrocessione.

Perché si deve sapere, ormai, che lo “scudetto” del Grifo è la salvezza: pensate che per i giocatori che evitano la discesa in serie B spesso c’è anche un premio, il famigerato “premio-salvezza”. Già, la salvezza: ma, caro Preziosi, quando accadrà che il Genoa conterà qualcosa, raggiungendo le zone alte della classifica?

Tema allenatori: ci auguriamo che Ballardini compia l’ennesimo miracolo di salvare la squadra e la società. E’ chiaro che prendere una squadra in queste condizioni (ma ciò succede anche per altri club) ci vuole un bel fegato: ma si sa che, in tempi di disoccupazione, un allenatore, come un qualsiasi lavoratore dipendente, accetta qualsiasi proposta pur di lavorare, anche in situazioni drammatiche.

Speriamo che la condizione economica di Ballardini sia tranquilla, per cui il tecnico dovrebbe aver accettato, valutando il lato tecnico, convinto di farcela. Oltretutto arriva da un presidente che, solo un anno fa, lo aveva definito «scarso, inadatto a guidare una squadra di serie A». Evidentemente il calcio supera ogni giudizio, anche morale e poi, capitando tutto questo in un Genoa che, come diciamo ormai da tempo, è un “fatto paranormale”, tutto è giustificabile.

Cosa trova, oggi, l’allenatore ravennate arrivando al Genoa? E’ difficile dirlo: intanto c’è un presidente che ha cambiato il suo giudizio sul tecnico e “tafazzianamente” si sta accollando troppi stipendi: da Andreazzoli, a Nicola, a Maran oltre al direttore sportivo Faggiano e al suo numeroso staff, oltre a giocatori sfilacciati sia dal punto di vista fisico che psicologico. Giocatori un po’ sbandati, perché hanno subito infortuni, operazioni, strappi, stiramenti. E a proposito (questo Ballardini lo dovrà tenere a mente) nessuno ci toglie dalla testa che il Covid, che ha contagiato il Genoa prima di ogni altra società, abbia influenzato e condizionato profondamente i calciatori (in 19 sono finiti in quarantena, una botta unica…) per cui, ancora oggi alcune conseguenze si sentono e come, visto che i finali di partita i rossoblù appaiono quasi tutti stanchi.

In queste condizioni, si deve anche ammettere che il povero Maran più di tanto non poteva fare: anche di questi problemi derivanti dal Coronavirus dovrà tenere conto il “Balla”. Per fortuna c’è gennaio e Preziosi, serenamente compulsivo comprerà (meglio: probabilmente prenderà in prestito) qualche rinforzo, ammesso che ce ne siano di validi sul mercato.

Ballardini è comunque un professionista serio: speriamo dunque che con lui il Genoa innesti la quarta (non è necessaria la quinta) per uscire da quel maledetto tunnel.

Vittorio Sirianni

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