La Carolina di Barinas, nota come Caldera Blanquinegra per la spinta del pubblico dello Zamora (squadra del campionato venezuelano) ha ospitato la sesta partita del girone sudamericano valevole per la qualificazione al Mondiale 2018. Il Venezuela del Generale Rincón ha perso contro il Cile con il punteggio di 1-4, le reti sono state di Otero, doppiette di Pinilla e Vidal.
Sanvicente schierava una Vinotinto arrembante con un 4-5-1 che metteva in difficoltà il Cile. I campioni del Sud America stanno attraversando un periodo enigmatico, normale per chi passa da una gestione florida come quella di Sanpaoli a una nuova come quella dell’argentino-spagnolo Pizzi, vicino per idee al Loco Bielsa.
Copertura degli spazi con tutti gli uomini sotto la linea della palla e rapidi contropiede caratterizzavano la prima mezz’ora di gara del Venezuela. Il gol di Romulo Otero da calcio piazzato è splendido per esecuzione di collo pieno con caviglia rigida: una perla che esaltava la Carolina resa possibile anche dai palloni ultraleggeri di oggi.
L’interpretazione della partita di Rincón con la maglia Vinotinto è diversa rispetto alla solita che vediamo ogni settimana con il Genoa: qui il Generale accompagna l’azione con dei coast-to-coast, in patria difende e non avanza oltre la metà campo in fase di possesso palla. Difficile vedere Rincón protagonista in termini realizzativi con il Venezuela, molto più facile vederlo arrabbiarsi con un compagno per richiamarlo all’attenzione. Come capitava al 33′ quando Vizcarrondo (191 cm) si addormentava su Pinilla: l’ex genoano staccava di testa e realizzava l’1-1.
Lo stesso Pinilla realizzava la rete del vantaggio al 52′ su assist di Beausejour (palla in uscita persa da Seijas) mentre il 3-1 di Vidal nasceva da no-look di Orellana per il centrocampista del Bayern Monaco. Poker cileno al 92′ sempre con Vidal.
Rincón tornerà a Genova per l’ultimo strappo di campionato, c’è una salvezza da con il Genoa. Per il Venezuela le speranze di qualificazione al Mondiale 2018 sono tententi allo zero con un solo punto in classifica ma, come cantava Pierangelo Bertoli, chi spera è l’ultimo a morire.
