Processo presunte estorsioni al Genoa: i Pm chiedono condanne per 14 imputati

La reclusione più elevata (8 anni) è stata chiesta per Massimo Leopizzi. Una sola assoluzione per Alessandro Romano. La Procura ha chiesto la trasmissione degli atti per falsa testimonianza per l'ex ad rossoblù Zarbano

La contestazione a Preziosi del 2 aprile 2017 (Getty Images)

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Chiesti 33 anni di carcere per 14 dei 15 imputati al processo per le presunte estorsioni al Genoa. I due Pubblici ministeri Francesca Rombolà e Giancarlo Vona hanno formulato le loro richieste: una sola assoluzione per l’imputato Alessandro Romano. In particolare, sono state chiete pene più severe per Massimo Leopizzi, 8 anni di reclusione, e Arthur Marashi, 7 anni e 10 mesi, considerati, stando ai rappresentanti dell’accusa, i “capi” dell’associazione per delinquere che ricattava in pratica il Genoa: ciò avveniva garantendo la “pace del tifo” in cambio di somme di denaro gestite che passavano nella società Sicurart. Amministratore di quest’ultima, sempre secondo l’accusa, era Marashi mentre il socio occulto era Massimo Leopizzi.

I due Sostituti procuratori della Repubblica hanno chiesto condanne per altri 12 imputati: Fabrizio Fileni (3 anni 7 mesi), Paolo Taccone (2 anni 6 mesi), Davide Traverso (1 anno 3 mesi), Piermarco Pellizzari (2 anni 4 mesi), Nicolò Garibotto (2 anni 1 mese), Fabio Donato (1 anno 7 mesi), Matteo Sanna (1 anno 8 mesi), Davide Masala (1 anno 6 mesi), Ivano Mucchi (4 mesi, assolto per l’associazione), Marco Paolucci (4 mesi), Paolo Galatà (4 mesi) e Chiara Bruzzone (4 mesi).

Durante la requisitoria, i pm hanno ricostruito i vari passi svolti dell’associazione e hanno esposto gli episodi che costituscono alcuni degli elementi dell’accusa, reperiti attraverso le indagini della Polizia. Oltre una serie di pressioni a giocatori e società, ci sono anche le varie contestazioni: su tutte il pullman fermato all’aeroporto di Genova ed alcuni episodi di violenza come l’aggressione al giocatore Cataldi e a sua moglie. Per alcuni episodi sono state chieste anche diverse assoluzioni.

I magistrati dell’accusa hanno anche chiesto la trasmissione degli atti in Procura per Alessandro Zarbano. L’ex amministratore delegato rossoblù aveva deposto come testimone nello scorso gennaio, minimizzando tutti gli episodi di intimidazione: inoltre, aveva detto dichiarato in aula di non essere mai stato minacciato o di aver subito pressioni, nonostante fossero state lette in aula le intercettazioni telefoniche, in particolare quelle con Leopizzi. Inoltre è stato chiesto il rinvio degli atti sempre per falsa testimonianza per due altri testimoni: Roberto Anchini e Valerio Bencivenni, dipendente di una panetteria sita nelle vicinanze della sede della Brigata Speloncia.

Domani e giovedì si svolgeranno le arringhe difensive degli avvocati degli imputati.

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