«Ci siamo salvati ed è importante, la nostra rosa era migliore rispetto alla classifica che abbiamo conquistato». Il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, ha parlato ai microfoni di Radio Rai nella trasmissione Radio Anch’io Sport, dopo la salvezza raggiunta dal Grifone con la vittoria contro l’Hellas Verona all’ultima giornata. Il presidente ha parlato a tutto campo, inclusa la possibile cessione della società.
CESSIONE GENOA – «Qualche errore lo abbiamo commesso, è evidente, dall’allenatore alla società. Quest’anno farò delle considerazioni, ho bisogno di staccarmi un po’ da questo mondo e vorrei fare un passo indietro, lasciando ad altri la possibilità di fare meglio. Il Genoa è in vendita da tre anni, lo sanno tutti. Vorrei comunque staccarmi dalla gestione del club, a prescindere dalla vendita. Questa società mi impegna tanto, tutto comincia e tutto finisce».
DE LAURENTIIS E DIRITTI TV – «Sì, sono sulla stessa linea. Cedere i diritti tv è fondamentale, abbiamo un anno di tempo per capire cosa fare, il prossimo anno saremo ancora con Sky e DAZN. Non dobbiamo sbagliare scelta».
DAVIDE NICOLA – «Non penso al futuro per il momento, devo trovare la persona che porterà avanti il progetto e dare a lui la possibilità di fare le scelte».
DATE PROSSIMA STAGIONE – «Le date sono tra il 12 e il 19 settembre, si deve dare un attimo di respiro ai giocatori, serve un po’ di riposo. Stare a casa in modo forzato non è come fare una vacanza in modo sereno. Vogliamo dare dalle 2 alle 3 settimane. La mia idea è ricominciare il 19».
SCELTE ED ERRORI – «Alcune sì, abbiamo sbagliato e so cosa non rifarei. Dovrei però tirare in ballo delle persone e non è carino. Nella prima parte della stagione abbiamo sbagliato: per Thiago Motta era troppo presto per essere un allenatore della prima squadra, un po’ come è successo con Liverani in passato. Genova è una piazza dura da affrontare. Juric ha dimostrato, con una rosa non eccelsa al Verona, di aver fatto un grande campionato. Quest’anno ero sicuro di aver allestito una buona squadra, ma poi le cose sono andate diversamente».