Portanova e Ostigard, il volto del Genoa che guarda al futuro

Per i tifosi sono un simbolo di lotta, il loro carattere forte si coniuga con il dna rossoblù

Ostigard Portanova Genoa
Ostigard dopo il gol (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Il volto del Genoa che guarda al futuro dopo essersi disancorato dal passato ha i tratti irsuti di Manolo Portanova e lo sguardo artico di Leo Ostigard. Sono giovani e spinti da una incredibile volontà di arrivare, ancora imprecisi nelle giocate e nella gestione razionale delle energie, e talvolta spigolosi negli interventi, ma Blessin sa che tali due fedeli guerrieri crolleranno per ultimi e per questo ha costruito due reparti del Grifo su di loro. Portanova ha ridato smalto al centrocampo partendo dall’umiltà dell’ultimo arrivato che sicuramente gli ha trasmesso suo padre Daniele, ex capitano rossoblù di una salvezza miracolo, e mettendo al servizio della squadra una predisposizione al sacrificio folgorante; invece, scandagliando analiticamente il cursus honorum di Ostigard emerge un profilo perfetto, per grinta e mentalità da combattente norreno, giustamente incastonato dal general manager Spors anche per alimentare la personalità all’interno dello spogliatoio genoano.

Fa sorridere il dato statistico che vede lo stopper Ostigard sopra di uno sul certamente più offensivo Portanova nella speciale quota reti realizzate, sebbene entrambi abbiano sfiorato la marcatura contro l’Empoli che avrebbe spalancato le porte verso i piani superiori della classifica. Il norvegese subisce pochi dribbling come ai tempi del Sankt Pauli ed è micidiale sulle palle inattive: non soffre i blocchi anche perché finisce per travolgerli oppure fa come domenica quando una volta incassato un fallo da Stulac da espulsione diretta – successivo al tackle su Henderson – si rialza senza protestare, come se avesse ricevuto una carezza. Portanova è semmai un furetto del pressing particolarmente indicato per la proposta di gioco di mister Blessin che agisce sul fianco dell’avversario, cioé tra il terzino e la mezz’ala: dai suoi intercetti dei secondi possessi effettuati nelle zone alte del campo dipende gran parte dello sviluppo dell’azione offensiva del Genoa.

I due Grifoni dal môro bón aizzano la passione dei tifosi che riconoscono in loro il simbolo della lotta in campo e le prime parvenze di un carattere forte che trova felice coniugazione con il dna genoano. Se Portanova, tra il Ruotolo e il Rincon prima maniera, incita il Ferraris dopo aver conquistato un calcio d’angolo al quarantesimo del primo tempo, con la partita ferma in parità, è sintomo che si è preso il Genoa superando parte del duro momento personale vissuto in estate aggravato anche dal facile giustizialismo che infuria dalla riva dei terzi, sempre più alta rispetto a chi è coinvolto. Ostigard, il cui contratto con il Brighton scade a giugno, si è presentato a Villa Rostan con il ciuffo curato ma si è subito rasato come un marine che, per sua fortuna, non ha fatto in tempo a tradurre in lingua norvegese i soliti mugugni di chi non conosce un calciatore e anche il nuovo volto del Genoa che guarda al futuro.

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