LIVE – Prandelli: «Cessione Piatek? Quando una società parla di bilanci l’allenatore non può obiettare»

Il tecnico del Genoa nell'ultima stagione saluta dalla sala stampa di Villa Rostan il mondo rossoblù

Cesare Prandelli (Foto Pianetagenoa1893.net)

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Ore 17.55 FINE CONFERENZA! Vi ringraziamo per averci seguito.

«Faccio una piccola premessa che è un po’ il mio pensiero. Di solito non amo molto parlare però in questo contesto era giusto farlo perché volevo assolutamente ringraziare tutte le persone che hanno collaborato con me, persone serie molto capaci ma da parte mia non ci sarà nessun tipo di polemica. Voi farete le domande, a certe risponderò ad altre no perché volevo lasciare questa società e questa città nel miglior modo possibile».

C’è un rimpianto?
«Assolutamente sì. Perché ci credevo, perché pensavamo di costruire qualcosa di importante e forse ci stavamo riuscendo perché qui ci sono persone capaci e serie ma soprattutto hanno la maglia del Genoa tatuata sulla pelle. Volevamo condividere un progetto, una gestione».

Ora Prandelli come rivaluta questa avventura?
“Diciamo che nel calcio basta un episodio. L’episodio forse più importante è stato il rigore con la Roma al 90′ e se avessimo segnato ci saremmo salvati a tre dalla fine e avremmo scritto un’altra storia. Portiamoci a casa questa salvezza e nell’ultima partita c’è stata la mano della Divina Provvidenza del calcio”.

Ha pensato a qualcosa per il futuro?
“Non ho pensato a nulla se non quello di venire a salutare le persone con cui ho condiviso questi mesi”.

La piazza di Genova?
“Ha una grande potenzialità. Bisogna cercare di riavvicinare le forze, non allontanarle. Io sono sempre per affrontare tutti i problemi in maniera diretta ma vedo che il calcio moderno sta allontanando i tifosi, parlo in generale, e questo non va bene. Bisogna avvicinare i tifosi”.

La cessione di Piatek?
“Una squadra che deve cercare di salvarsi deve avere la certezza di quei giocatori che in area di rigore ti possono dare un aiuto. In quel momento però bisogna pensare a qualcosa di diverso però quando si parla di bilanci l’allenatore deve fare un passo indietro”.

Il pubblico?
“In certi momenti queste forze devono essere unite e la percezione che abbiamo avuto in certe partite è di essere soli, in altre invece no. Se volete sognare, chiudere gli occhi e vedere un futuro roseo tutti devono riavvicinare le energie”.

Ha rimpianti?
“Assolutamente no. Era una sfida difficile ma la piazza è straordinaria. Continuerò a ripeterlo ma bisogna ripartire da lì. Il tifoso è un tifoso particolare che va preso per mano. Questa è una piazza dove chi scende in campo deve essere un guerriero e se riesci ad unire queste forze puoi fare qualcosa di importante”.

Ha quindi avvallato la cessione di Piatek?
“Quando una società parla di bilanci l’allenatore non può obiettare. Io ho detto di poterlo sostituire con un giocatore che conosce il campionato italiano. Poi io sono stato un aziendalista assoluto, ho ereditato una situazione decisa da altri. L’unico rimpianto è forse non aver iniziato una stagione dall’inizio”.

La squadra del Genoa.
“In questi mesi abbiamo cercato di dare un equilibrio, abbiamo fatto fatica a costruire da dietro. C’era anche un rifiuto perchè era una squadra nata con un contesto diverso”.

Cosa non ha funzionato?
“Ci sono magari due pensieri diversi che non si trovano sulla stessa strada. Quindi, in maniera civile, educata e rispettosa ognuno prende la propria strada. E’ chiaro che avrei voluto iniziare una stagione con due mesi di tempo per plasmare la squadra. Durante le stagioni è sempre molto complicato”.

C’è un momento di gioia che si ricorda?
“Dal punto di vista umano parecchi perchè quando riesci a trovare feeling con le persone è sempre un bene”.

Un errore che non rifarebbe?
“Forse magari avrei dovuto convincere un po’ tutti, ma proprio tutti perché mi sono sentito un po’ solo, nel momento che abbiamo fatto sei risultati utili consecutivi e avevamo un sistema di gioco che molti non hanno accettato”.

Cosa le lascia questa esperienza genoana?
“Il calcio è come la vita, incontri delle persone speciali e straordinarie. Quindi il rapporto rimarrà molto solido. Il rimpianto che ho percepito è che questa è una potenzialità davvero forte. Vi dovete convincere tutti di fare di tutto per unire queste forze”.

Sarri alla Juve?
“Io ho sempre detto, quattro-cinque anni fa, che era uno scandalo italiano che un allenatore come Sarri fosse arrivato in A tardissimo. Allenatori come lui e Conte possono dare molto non solo dal punto di vista del gioco ed è una garanzia per la A”.

La nuova Fiorentina?
“E’ arrivato un personaggio che a Firenze può far tornare entusiasmo. I fiorentini hanno bisogno di questi personaggi. La nuova proprietà può portare entusiasmo e idee”.

Totti che va via da Roma?
“L’ho trovato molto sincero, ho trovato una persona ferita di un amore profondo e quando sei ferito così non hai nessun tipo di barriere. Non penso si allontani molto. Lui deve decidere il suo ruolo e il suo spazio, avrà delle capacità che altri non avranno perchè è stato un grande campione”.

Lo consideriamo un divorzio consensuale?
“Assolutamente sì. Non ho ancora firmato ma fra cinque minuti firmerò”.

Cosa vorrebbe dal futuro?
“In questo momento nulla. Voglio ritrovare un po’ di serenità e vedere il calcio in maniera un po’ distaccata perché tante volte ci prendiamo troppo sul serio. Alla fine è un gioco e le cose serie sono altre”.

17.32 – Mister Cesare Prandelli è entrato all’interno della sala stampa di Pegli. Inizia la conferenza stampa.

Buonasera a tutti i tifosi genoani dell’universo mondo rossoblù da Marco Liguori. A partire dalle ore 17.30, in collaborazione con il collega Andrea Piras di Tuttomercatoweb.com, trasmetteremo la conferenza stampa di saluto al mondo Genoa di Cesare Prandelli. Com’è noto, il club più antico d’Italia ha scelto Aurelio Andreazzoli come tecnico per la nuova stagione.

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