Le tre difficoltà che complicano la vita al Genoa

L’unica speranza è che accada qualcosa di “paranormale”: e che i giocatori, di buona caratura, trovino quelle motivazioni personali tali da portarli alla salvezza

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Parliamoci chiaro, senza nascondersi dietro un dito: quest’anno per il Genoa sarà una stagione drammatica. Da oggi fino al termine, con la speranza che il tutto (non si sa per quali ragioni) si concluda felicemente, cioè si salvi anche all’ultimo minuto.

Diciamo questo perché, da quanto si può capire, questa squadra presenta dei limiti oggettivi assolutamente problematici, sempre che non accada qualcosa di miracoloso nel lungo percorso del campionato.

PRIMO – Il primo problema riguarda l’organizzazione tattica: si intende l’idea di un modulo di gioco che attualmente il Genoa non ha, anche perché il povero Maran non sa come costruirlo, considerata la mancanza di giocatori, alcuni addirittura nuovi (nove su undici), altri ancora in fase di recupero.

SECONDO – Appunto una “marea” (diciamo così) di giocatori che un po’ arrivano, un po’ si fermano, un po’ sono acciaccati. Com’è possibile creare un “insieme” in questo modo? Giocatori che non sono allenati, causa Covid, che hanno trascorso diverso tempo senza toccar palla. Lo si è visto anche domenica. Lo ha spiegato anche Maran: «I giocatori escono dal campo stremati. Hanno fatto pochi allenamenti e lo si vede in termini di continuità».

TERZO – Il Coronavirus maledetto! Nessuno ci toglie dalla testa che la pandemia abbia condizionato al massimo, sia dal punto di vista fisico che psicologico, tutta la squadra. Ricordate: ancora con il tecnico Nicola, solo le ultime due partite prima del lockdown erano apparse di buon livello, tanto che (e qui sta uno dei gravi errori commessi) si è pensato che, alla ripresa, si sarebbe continuato con il ritmo e i successi delle ultime gare pre-Covid. Non è stato così: alla ripresa del torneo sono cominciati i guai, i giocatori, forse inconsapevolmente, pensavano di continuare a dare il massimo, mentre hanno dovuto ricredersi e accorgersi di avere addosso (fisicamente e psicologicamente) il virus come una forza terribile e di difficile gestione.

Dopo l’ultimo mercato estivo, in cui sono stati compiuti sforzi per rifare la squadra, considerati i problemi su esposti, sarà difficile per Maran costruire un collettivo. Lo si è notato nelle ultime due gare, soprattutto con l’Inter, anche se il pari di Verona aveva acceso qualche piccola speranza: al di là della difesa che sembra abbastanza consolidata, il tecnico sembra costretto a cercare direttamente in partita il modulo giusto, un compito davvero ingrato.

Ecco perché, con tutta sincerità, diciamo che anche quest’anno si dovrà soffrire. Questo campionato è maledetto e, al di là delle manchevolezze oggettive della squadra, sono scoppiati eventi extra calcio più sul Grifone che su altre squadre che purtroppo lasceranno i loro segni.

L’unica speranza è che accada qualcosa di “paranormale”: e che i giocatori, che riteniamo individualmente di buona caratura, trovino quelle motivazioni personali tali da portarli al miglior traguardo per il Genoa (leggi salvezza).

Vittorio Sirianni

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