Ci voleva proprio un “torero” di lusso, di nome Manolo, per infilare il Toro e abbatterlo. Attorno c’era una “corrida” tinta di rossoblù che è esplosa in tutta la sua euforia.
Una serata straordinaria, davvero. Conclusasi con un “grappolo di felicità” a centrocampo, con i giocatori del Genoa uno accanto all’altro e il loro condottiero urlante di gioia davanti alla Nord.
Una serata certamente indimenticabile, pensando anche che la vittoria è un punto di ripartenza, una specie di “rinascimento” che ha rimesso in moto tutte le speranze, tutti gli stimoli, tutte le voglie e le consapevolezze che riguardano ancora la possibilità di uscire dall’inferno della zona retrocessione. Ora il Grifone ha agganciato il Venezia, sconfitto dalla Sampdoria, ed è a soli tre punti dal Cagliari al quartultimo posto.
Che cosa ha detto questa vittoria che si aspettava dall’aprile scorso (2-0 allo Spezia)? Ha detto diverse cose: intanto che Blessin sta vincendo alla grande: è l’anima difendente, l’anima di chi sa che i confini dell’area di rigore sono inviolabili e quindi vanno difesi con muri e “sacchi” di volontà e di determinazione.
Per questo il tecnico tedesco ha scelto i suoi difensori che stanno dando ottime garanzie, visto il loro momento di ottima forma. Da Hefti, a Frendrup, da Maksimovic, a Ostigard, a Vasquez.
La lezione che il tecnico offre durante gli allenamenti, che prevede duelli a colpi di pressing e duelli individuali, funziona benissimo in campo. Proprio da un duello di Frendrup con Vojvoda, con il rossoblù che gli ha soffiato il pallone, è nato il gol del “torero” Portanova.
Oggi la sensazione è che il Grifo, nelle prossime otto giornate possa affrontare a viso aperto (soprattutto dal punto di vista psicologico e umano) qualsiasi avversaria, consapevole che è possibile ottenere qualsiasi risultato positivo. Lo sblocco con i granata ha detto anche questo.
L’altro elemento che ha portato a questa prima vittoria (che a un certo punto si pensava che non potesse più arrivare) sta sia nella professionalità dello staff tecnico che lavora con fervore, con poche esternazioni, poche apparizioni, ma soltanto con l’obiettivo di lavorare al meglio. E gli stessi giocatori hanno capito il clima e oggi sono “caricati” a dovere e si sentono vicini ai loro maestri.
E ancora, il fatto che il club rossoblù non abbia mai drammatizzato i momenti negativi, dando sempre una spinta positiva ai loro collaboratori, garantendo sempre un appoggio sia tecnico che morale (per non dire economico) ha costituito la base per il rilancio che sembra davvero stia avvenendo. E poi ci sono i tifosi, che rappresentano davvero il 12° uomo in campo (nell’occasione col Toro…l’undicesimo) che con la loro enorme passione hanno riportato la squadra verso i tempi gloriosi del Genoa: quelli di Milito, Aguilera, Skuhravy, Bagnoli, ma anche di Scoglio, di Signorini, di Eranio, di Braglia (a proposito, complimenti per il suo bel libro “La porta di un calcio pulito”).
Ecco, tutte queste componenti hanno permesso un “sogno di mezza primavera” che, si spera, porterà ad orizzonti più azzurri.
Ora c’è la sosta per gli impegni delle nazionali e Blessin potrà recuperare gli ultimi infortunati: si dovrà stare attenti a non cadere nei facili ottimismi, trionfalismi e nemmeno a dormire sugli allori. Perché non è accaduto nulla finora, se non un momento magico, ma uno soltanto. Ne dovranno capitare molti altri per vivere davvero un finale “da Genoa”.
Vittorio Sirianni