Il Genoa ha forza fuori e voglia dentro per affrontare gli avversari, ma attenzione ai corner

Il gol del pari dell’Udinese è arrivato su azione d’angolo, dove il Grifone ha mostrato debolezza: Gilardino dovrà svolgere una buona “messa a punto”

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Ormai il Genoa, da un po’ di tempo a questa parte al pubblico, solitamente entusiasta, sa offrire gesti tecnici di assoluto valore. Contro la Roma, quattro perle: a Udine, due straordinari gol di Gudmundsson (il terzo annullato e non si è capito bene perché dalle immagini di un confuso VAR), ma anche un altro “gesto tecnico” clamoroso, l’autorete di Matturro, un colpo di testa perfetto, nell’angolino più alto, davvero bellissimo.
Ovviamente nel calcio vale anche un pizzico di ironia: pensate che con un giocatore che fa certi gol, il Grifo avrebbe trovato immediatamente il compagno di Retegui, tanto cercato, come secondo realizzatore.
Comunque, al di là delle facezie (che ci perdonerete) diciamo che il Genoa sta diventando un po’ come un istituto di beneficenza: pensiamo i punti persi a Torino, a Lecce, col Napoli e ieri a Udine.
Sarebbero quei quattro o cinque punti in più che porterebbero il Grifone a quota 10/11. Resta il fatto che, comunque, al momento questo è, oggettivamente, il posto che meriterebbe in classifica e significa che la squadra ha raggiunto una certa perfezione nella sua costruzione.
Anche a Udine, dopo un perfetto primo tempo, nella ripresa il reparto difensivo rossoblù ha ribattuto con ordine gli attacchi, affrontando la reazione quasi indolore degli avversari che pressavano perché la sconfitta li avrebbe portati ancora più in basso in classifica, con la panchina traballante di Sottil.
Anche i cambi hanno funzionato: lo stesso Messias stava compiendo il miracolo fatto con la Roma, con il suo “quasi gol” mancato di un soffio. Altra considerazione: Gilardino sta perfezionando il gruppo, cercando (e riuscendovi) di porre tutti sullo stesso piano tecnico-tattico: per cui anche i cambi non fanno subire scossoni o diminuzione di energie all’intero complesso.
Lo si è visto con la Roma, quando Strootman e Badelj sono usciti, lo si è visto a Udine, nonostante lo spettacolare gesto tecnico del povero Matturro: ma non bisogna gettargli addosso la croce, è giovane e si rifarà presto da questo episodio sfortunato.
In sintesi, potremmo dire che questi “figli di Gila” hanno forza fuori e voglia dentro. Forza fuori per battere ogni colpo avversario, combattere uomo su uomo, marcando quando è necessario l’avversario come ci ricordava il vecchio, indimenticabile calcio alla Gentile, alla Burgnich. La voglia dentro perché si avverte in ciascuno di loro il desiderio di voler vincere, la spinta e l’orgoglio di sentirsi quasi sempre vincitori.
La sensazione è che il Genoa abbia acquisito la consapevolezza di poter affrontare qualsiasi avversario, sapendo che è sempre possibile raggiungere la vittoria.
Ed ora, però è doveroso un importante appunto: attenzione alle cosiddette palle inattive, specie i calci d’angolo. Qui, onestamente, Gilardino dovrà fare una buona “messa a punto”, anche perché i colpitori di testa nella difesa rossoblù non mancano: quindi occorrerà la massima attenzione.
Sabato arriverà il Milan al Ferraris: alla vigilia della partita a Udine avevano sottolineato che per noi, era più pericolosa questa trasferta friulana, che la gara col Diavolo. Qualcosa di simile è successo.
Pensate che meraviglioso sarebbe se, sabato prossimo, il Grifone facesse il…Diavolo a quattro.
Vittorio Sirianni

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.