(S)Visti da lontano – Il vero limite del Genoa sono i cambi

Retegui in attacco non ha alternative. Albert non ha alternative. Sabelli a destra non ha alternative. Frendrup non ha alternative. Comunque, la classifica è soddisfacente per una matricola

Federico Santini Genoa Preziosi

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Il Genoa butta via due punti in quel di Udine; il pareggio è comunque un buon risultato, perché ottenuto contro una diretta concorrente per la salvezza in esterna.

L’inizio di campionato del Genoa è comunque positivo, anche se platealmente condizionato da due fattori.
Il primo è che il Genoa è stato sfortunato: tra Torino, Lecce e Udine, ha perso quattro punti tra autoreti (Frendrup), autogollonzi allo scadere (Martin, Maturro), e dormite combinate a gol della domenica all’ultimo minuto (Hefti, Radonijc).
Il secondo fattore è che il Genoa cala, cede nei finali. Il Genoa ha subito complessivamente 11 goals. Al netto delle quattro reti incassate dalla Fiorentina alla prima giornata, ascrivibile all’ansia da debutto, il Grifone ha incassato sette reti, di cui ben cinque nei finali.

I motivi per cui il Genoa cala vistosamente nel finale sono, a mio modesto parere, riconducibili alla qualità dei sostituti. Il vero limite del Genoa sono i cambi.

Retegui in attacco non ha alternative. Albert non ha alternative. Sabelli a destra non ha alternative. Frendrup non ha alternative. Messias ha ripreso a giocare solo in settimana.

Aggiungiamo gli infortuni di Vogliacco, Badelj, Strootman, che ieri sarebbero stati più che utili, e si spiega perché il Grifone nei finali balla, soffre, cede.

La classifica è soddisfacente per una matricola, ma piena di rimpianti.

Se le partite fossero durate solo 70 minuti, il Grifone sarebbe in corsa per la Champions League.

Se il Grifone riuscirà a lavorare e migliorare i propri finali, volerà.

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