Il Genoa deve lavorare già da oggi per il pronto ritorno in serie A

La retrocessione non arriva per un capriccio di Giove, ma per la somma di errori commessi nell’arco di tutta la stagione

Marco Liguori

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Dunque è serie B. Ieri abbiamo assistito alla solita partita mediocre del Genoa: una traversa, qualche occasione non finalizzata e poi dopo il gol del Napoli, il crollo. L’ennesimo segnale della crisi del settore offensivo del Grifone, che l’ha portato alla relegazione alla serie inferiore. I numeri: i rossoblù hanno il peggior attacco con 27 gol e sono ultimo per tiri nello specchio della porta avversaria, appena 110 contro i 117 di Cagliari e Sampdoria, 119 del Venezia, 130 di Salernitana e Spezia. Un autentico disastro, com’è noto iniziato nella campagna acquisti svolto dalla precedente proprietà e completato da quello invernale di 777 Partners. A questi ultimi, va dato atto di aver avuto coraggio iniziando una rivoluzione non appena arrivati nello scorso settembre: va anche riconosciuto l’impegno economico profuso e culminato nella conquista della licenza Uefa. Tuttavia, qualche mese fa avevo espresso alcune perplessità sul modo della conduzione tecnica con l’andirivieni in panchina (esonero di Ballardini, scelta di Shevchenko, esonero e arrivo di Blessin): ciò alla lunga si è rivelato deleterio per la squadra. Nel mercato di gennaio sono arrivati giovani di belle speranze, come Yeboah e Calafiori, ma nulla di più. La retrocessione non arriva per un capriccio di Giove, ma per la somma di errori commessi nell’arco di tutta la stagione. Il credito con i tifosi è terminato, ha giustamente affermato il presidente Zangrillo: basta con le dichiarazioni trionfalistiche di Europa in 4-5 anni, ora occorre rimboccarsi le maniche e pensare al campionato cadetto.
A questo punto sorgono alcune domande:
1) Spors se la sente di affrontare un torneo come la serie B che conosce ancora meno della serie A?
2) Siamo sicuri che Blessin sia adatto per guidare la squadra in un campionato dove si gioca all’arma bianca e che non risparmia club che hanno investito, come Monza e Parma? E che anche il tecnico non conosce?
Una cosa è certa: la nuova proprietà americana avrà al suo fianco i tifosi che hanno seguito il Genoa ovunque e che non faranno mai mancare il sostegno. Ma, per favore, pensiamo già da oggi a come affrontare il campionato cadetto: la retrocessione, che non è un declassamento sportivo ma soprattutto economico-finanziario, soltanto dimezza ricavi da diritti tv e fatturato, che il paracadute da circa 25 milioni compensa solo in piccola parte. La permanenza a lungo in serie B creerebbe problemi economici: occorrerà dunque allestire una squadra per il rientro in A già nella prossima serie. Passo e chiudo!

P.S. Mi scuso per l’aggiunta a volo: la proprietà sostenga anche il settore giovanile, dove ci sono tanti ragazzi e ragazze promettenti, e un manager di grande sapienza calcistica, Michele Sbravati. E’ il futuro del club.

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