Gudmundsson lancia il Genoa verso la Serie A: decisivo il suo gol realizzato al Cittadella. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 305ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.
Arrivati a questo punto della stagione, la pressione è l’avversaria più difficile per il Genoa? «A giudicare dai numeri di Gilardino, 44 punti nel suo personale “girone”, pare che il mister piemontese abbia battuto pure lei. É stata una delle partite più difficili dell’anno perché il Cittadella si giocava la vita, soprattutto a seguito della vittoria del Brescia in chiave play-out: Gorini ha schierato alti due punte e un trequartista a prendere il Genoa senza, però, prescindere da grinta e determinazione richieste in ogni contrasto benché l’effetto collaterale fosse l’aumento delle ammonizioni, culminate nell’espulsione di Giraudo. Inizialmente il Grifone ha sofferto poco più di venti minuti ma è con la sofferenza e la pazienza che si vincono i campionati di Serie B».
Gilardino migliore in campo? «Di più, è il migliore a partire da quell’8 dicembre che ha cambiato la stagione, a cominciare dalla fase difensiva che con lui ha incassato solo 8 gol in 19 partite di campionato. Sapevamo che la squadra fosse forte per questa competizione ma con la pregressa gestione il cammino era tutt’altro che da promozione diretta: Gilardino ha portato risultati, entusiasmo e autostima, il resto l’ha fatto l’esperienza di calciatori di pura personalità e la spinta del meraviglioso pubblico del Genoa che non conosce trasferta. In tal senso, l’emblema è Sabelli, al quale va tributata una citazione di merito. Al Tombolato di Cittadella è avvenuto l’allungo decisivo per tornare nella massima categoria che merita la tifoseria e la città».
Martinez para, Gudmundsson segna. L’ha sorpresa il subentro di Dragus? «Sì, mi ha sorpreso, e non credo di essere stato l’unico, ma togliendo Mimmo Criscito e il diffidato Strootman il mister ha preferito mettere l’ala rumena lungo la fascia e Gudmundsson di più tra le linee. Degna di nota la triangolazione Puscas-Coda-Gudmundsson iniziata con un colpo di tacco e conclusa con lo smarcamento-assist d’esterno piede: Albert è discontinuo ma quando entra nel vivo del gioco è determinante. Martinez è eccezionale, aveva bisogno di tempo poiché non giocava da due anni: anche in questo frangente c’è lo zampino del tecnico che gli ha dato fiducia senza ballottaggi. Lo spagnolo inizia l’azione come i portieri moderni ed è coraggioso nelle uscite».
Match point contro il Südtirol? «Non lo so, e questa non è certo scaramanzia perché il Genoa dopo aver preso i tre punti sul campo del Cittadella è entrato di fatto in quota promozione: chi insegue, fatica a stare dietro al Grifone. Bisogna stare attenti alla formazione di Bolzano poiché mister Bisoli, allenatore che conosce molto bene la categoria, ha costruito una squadra solida e ordinata capace di coprire gli spazi; inoltre, ai biancorossi servono altri punti per chiudere la stagione al quarto posto che dà l’accesso alla semifinale play-off».
Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti
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