Ci siamo, si sta avvicinando il momento della verità, quella che soltanto il campo può rivelare nella sua essenza.
Il mercato è uno strano momento: quando arriva un nuovo acquisto è tanta la voglia e la soddisfazione che sia arrivato che lo si elogia subito, considerandolo, con certezza, il giocatore utile e decisivo.
In verità, poi si va sul campo e cominciano i dubbi, cominciano le vere valutazioni e non sono sempre, purtroppo, tutte rose e fiori.
Sia chiaro, il discorso non è riferito specificamente all’amichevole di Cremona, ma a ricordare che il troppo entusiasmo può poi portare a qualche delusione.
Dunque, abbiamo visto il nuovo (si fa per dire) Genoa impegnato contro un avversario serio. Commenti? Non certo negativi, ma nemmeno molto significativi. Gilardino non ha avuto molte indicazioni dalla gara, ben sapendo per altro che siamo ancora agli inizi del percorso, si attendono ancora rinforzi e tutto o quasi è ancora da costruire.
Di certo si sono visti due momenti, tatticamente parlando: ancora una tendenza alla copertura difensiva e ad un centrocampo ancora abbastanza “fermo”. E poi, questo al momento è il peggior guaio, nessuna ispirazione offensiva.
Sia chiaro: Retegui non si discute. Si vede che è un giocatore completo e che può giocare in qualsiasi ruolo, sia solo davanti o con a fianco un compagno. E quei non proprio, ma sta “cascando l’asino: chi può essere colui o coloro che possono sfruttare appieno le grandi doti tecniche e fisiche di Mateo?
Ovviamente occorrono due rinforzi consistenti a centrocampo che permettano finalmente a Retegui di sfruttare tutte le sue capacità di bomber.
Contro la Cremonese, Gilardino prima ha provato l’attacco “leggero” (Retegui-Gudmundsson) poi quello “pesante” (Coda-Puskas). Risultato: nullo in entrambi i casi. Perché? Perché mancano due o tre centrocampisti che pensino all’attacco sia fornendo assist, sia segnando essi stessi.
E poi v’è il tema dell’esterno: anche qui si attendono soluzioni che difficilmente si stanno trovando in casa.
Insomma: a Cremona si è visto il vecchio Genoa, con tutte le sue grandi qualità che consentirono la promozione in A e i suoi grandi limiti offensivi che comunque, in serie B, non hanno infierito molto, ma nella massima serie è indispensabile limitare al più presto.
Ovviamente nessun dramma, per carità. Oltretutto il momento felice è anche sottolineato dai quasi 25mila tifosi che si sono abbonati: pensate che si sta superando il record di tessere vendute al Ferraris che fu stabilito dai “cugini” blucerchiati nella stagione 1991/92.
Che il clima sia dunque favorevole alle migliori previsioni è fuor di dubbio, ma certo la società ora dovrà davvero fare un ulteriore sforzo. Sarebbe un peccato perdere questa occasione, avendo già una buona struttura tecnico-tattica e, soprattutto, perdersi per non riuscire a trovare due uomini almeno con il loro valore aggiunto che sarebbe necessario. A tal proposito si parla dell’ipotesi (ma è probabilmente ben più di un’ipotesi) di cedere il giovane Lipani a 12 milioni di euro: attenzione, per mantenere un buon livello in serie A, con tutto il rispetto, un giovane centrocampista come lui non è a nostro avviso sufficiente, meglio sacrificarlo con l’acquisto di un grande e affermato giocatore che illumini la squadra.
Zangrillo e tutti i “777 Partners” giustamente si stanno sprecando negli elogi (bellissimi) verso i 25mila abbonati. Solo per quell’entusiasmo dovrebbero assolutamente fare l’ultimo sforzo finanziario, Ci pensino.
Vittorio Sirianni