Genoa sconfitto a San Siro, prosegue la “via crucis” rossoblù

Blessin c’entra poco: la rosa non è adeguata all’obiettivo salvezza. Domenica al Ferraris il Grifone affronterà il Cagliari che ha sei punti di vantaggio: se non vincerà, la corsa salvezza sarà virtualmente conclusa

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Contemporaneamente alla via Crucis del Colosseo, il Genoa viveva la sua ennesima “via crucis” a San Siro.

Ancora una sconfitta, stavolta contro il Milan, ancora nessun gol, un solo tiro in porta e questa volta anche due gol al passivo. Che dire? Nulla di quello che già si sapeva. La squadra fa la sua onesta “prestazione” (chi direbbe che abbia giocato male?), ma alla fine in cascina non si porta un filo di fieno.

Il perché, ormai, è risaputo: si gioca, si tiene bene anche il campo, ma non si raccoglie nulla. Perché? Perché non si segna e quando capita una sola occasione, ma ottima, si sbaglia per imprecisione, o per emozione oppure perché non si è capaci di vedere la porta.

Inutile, come abbiamo sentito dire, accusare Blessin, povera anima, che sta capendo anche lui (come i precedenti allenatori) che la qualità dei giocatori non è altissima e che con questo gruppo, caratterizzato certo da orgoglio, da entusiasmo, da forza di volontà e a volte anche da rabbia, è difficile creare occasioni da gol. Così si continua ad elogiare la “prestazione”, ma i punti non arrivano e le previsioni sono sempre più negative. E intanto il Cagliari ha vinto col Sassuolo e ha un vantaggio di sei punti sul Grifone che rende l’obiettivo salvezza molto, molto difficile da raggiungere.

Sembra ormai inutile insistere sul fatto che Blessin attua dei cambi, forse troppi o troppo sbagliati: i cambi servono se l’eventuale sostituto offre quel valore aggiunto che dovrebbe migliorare l’obiettivo del gol. Invece, dato che tutti i giocatori della rosa in campo e in panchina presentano una qualità globale che è al di sotto di certi livelli qualitativi, qualsiasi sostituzione effettuata non cambierà mai nulla.

Gli stessi giocatori alternano partite buone ad altre insignificanti: basta vedere le valutazioni date, un giorno sei, l’altro cinque, un giorno sette, l’altro quattro. In questo modo, non si fa che tenere in equilibrio la gara e perdere, tuttavia, o per leggerezza all’inizio (è incredibile subire gol in quasi ogni partita, nei primi dieci minuti di gara) e alla fine delle gare. Significa che si parte senza la dovuta concentrazione e arrivare col fiatone addosso.

Ora, comunque, visto che per fortuna il clima generale sia della squadra (che sembrerebbe avere ancora consapevolezza della sua forza), sia della società che ama le reazioni moderate, quasi il silenzio (soprattutto nei confronti di direzioni arbitrali disgustose e che meriterebbero, invece, qualche giusta reazione societaria), ogni possibile futura avventura potrebbe sempre miracolosamente avere risvolti positivi. 

Domenica prossima il Grifone giocherà al Ferraris il match con il Cagliari, diretta concorrente: con il vantaggio di sei punti acquisito dai sardi le speranze di salvezza sono già ridotte al lumicino e se i rossoblù non dovessero vincere sarebbe ormai virtualmente finita la corsa alla permanenza in serie A. Il Venezia sfiderà in casa l’Atalanta, mentre la Salernitana, oggi vittoriosa con la Sampdoria, se la vedrà con la Fiorentina. Mancano ancora cinque gare: il Grifo dovrebbe conquistare i tre punti con il Cagliari, la Sampdoria e il Bologna (tutte in casa) e poi sperare anche nei passi falsi degli avversari. In mezzo ci saranno le sfide con la Juventus in casa e col Napoli in trasferta: impegni molto difficili, per non dire proibitivi.

Si diceva che la società (al di là delle belle e generose parole del presidente Alberto Zangrillo verso i giocatori) non sembra voler drammatizzare troppo, guardando invece avanti e, sembra, pensare di più a comprare altri club calcistici (sono arrivati anche lo Standard Liegi e il Vasco da Gama).

La speranza dei tifosi (che continuano ad applaudire, caso finora mai verificatosi nella storia del Genoa…quando le cose andavano sui percorsi attuali…) è che i dirigenti stiano già pensando al futuro, e a come ristrutturare il tutto in vista della eventuale (facciamo ovviamente i dovuti scongiuri) retrocessione.

I tempi sono già corti e le programmazioni debbono avere gli step giusti. De resto la holding americana 777 Partners è sicuramente una protagonista di livello della programmazione. Di conseguenza, come hanno programmato e realizzato l’acquisto di quattro società sportive, si spera che riusciranno a programmare (verso l’Europa come hanno promesso?) anche il futuro del Grifone.

Vittorio Sirianni

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