Genoa, la reazione vincente nasce dalla sconfitta

Rossoblù sempre a punti dopo un passo falso: sintomo di vitalità e cura da parte di Gilardino

Retegui Gradinata Nord Genoa
L'esultanza di Retegui sotto la Nord (foto di Genoa CFC Tanoprss)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Da una sconfitta, nasce una reazione. A Roma, dopo il debutto con la Fiorentina. Con il Napoli, a seguito del ko con il Toro. Il Genoa incassa ma impara: è la lezione che emerge dalle prime quattro giornate di campionato che vede i rossoblù tra le squadre che più incuriosiscono, persino i media nazionali. Non è certo un caso se il Grifo sia andato a punti conseguentemente a un passo falso, più o meno meritato: è sintomo di vitalità ma anche di cura da parte dell’allenatore. Gilardino è un gran lavoratore che, come tutte le persone di vivace intelligenza calcistica, vive nel dubbio. Prova, medita, cancella e riprova. Dal tre-cinque al più che credibile quattro-quattro che ha sopreso il Napoli e dato nuovi stimoli allo spogliatoio. Di meglio, era difficile fare. La sensazione è che il modulo della promozione, di certo riferimento del mercato estivo, avesse saziato la squadra.

Il tecnico é alla ricerca del miglior abito tattico per il Genoa. Un terzino come Sabelli, la cui costante generosità ricorda la tempra di Ruotolo, sembra che cresca di rendimento se impegnato nelle corse brevi, anziché costretto a fare la spola lungo tutta la fascia; così come il senso della posizione di Frendrup può aiutare le sovrapposizioni di Martin, più a suo agio nel cross dal fondo che in marcatura. Con l’efficace disposizione vista contro il Napoli, se un terzino parte, ha già pronta la copertura: è equilibrio. Ha funzionato De Winter a destra contro Kvaratskhelia e può accadere lo stesso con Haps a sinistra, benché sia più un quinto di spinta naturale, con Thorsby in posizione. Da un lato, la credibilità dell’allenatore e dei suoi concetti e, dall’altro, la disponibilità dei calciatori possono superare le lacune d’organico del Genoa e i singoli ritardi di condizione. Quantomeno fino a Natale.

La bellezza di quattro punti in quattro giornate racchiuse nel tratto in salita del calendario sono un bottino impronosticato che ha smentito tutti. Il Grifone ha qualità e talune individualità superiori al livello medio della bassa classifica; ha altresì un’anima e un centravanti come Retegui che inizia a farsi strada nel calcio italiano (4 gol in 5 partite, fanno 16 nell’anno solare). Se la squadra deve giocare per le punte, è altrettanto vero che le punte fanno giocar bene le squadre perché i loro movimenti sono propedeutici alla buona riuscita delle transizioni offensive e alzano il tasso di pericolosità dei rossoblù: infatti, quando Mateo è mancato, e con lui anche le giocate ispirate di Gudmundsson che è il calciatore che dribbla di più in Serie A, il Genoa non è andato a punti. Ciononostante, la squadra di mister Gilardino ha imparato e trovato riscatto nel turno successivo. Da una sconfitta, nasce una reazione.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.