GRIFO D’ATTACCO – Natale con fiocco rossoblù

Gilardino è bravissimo a preparare la partita perché ascolta e collabora efficacemente con lo staff

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Il Genoa rompe l’incantesimo delle sconfitte in trasferta e, al Mapei Stadium, conquista tre punti fondamentali per la salvezza. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 329ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Il “confeugo” del Genoa di cui parlavamo settimana scorsa resta acceso. «Guardando complessivamente ai risultati di giornata, possiamo dire che su questo Natale c’è il fiocco rossoblù. Ero certo che i veri conti sarebbero iniziati a Natale, infatti avevamo detto che servivano 4 punti nelle ultime quattro giornate del girone d’andata: il Grifone li ha già conquistati con due turni d’anticipo, e ora può affrontare la capolista Inter e la sorpresa Bologna con un altro spirito ma, soprattutto, con una minore pressione proprio in ragione di quanto detto in apertura. La squadra di mister Gilardino ha una proiezione che a fine stagione si attesta attorno ai 40 punti il che equivale a rispettare il conseguimento dell’obiettivo stagionale della salvezza tranquilla, così come confermato anche dal presidente Zangrillo».

A proposito del tecnico, oggi vale la frase di Victor Hugo: “Ci sono troppe bocche che parlano e poche teste che pensano“? «Sì, perché la critica insensata di una minoritaria parte del tifo rossoblù, quella che Gilardino ha sfidato prima della Juventus quando ha parlato di “leoni da tastiera” e anche di “gufi”, ha rischiato di tritarlo. Il mister è riuscito a timonare la squadra perché ha mantenuto la calma e i nervi saldi nel periodo più difficile senza andare in confusione, anche con l’aiuto di uomini esperti del calcio come Criscito che lo ha difeso pubblicamente. Gilardino è capace ma, in quanto unico debuttante, gli va dato il tempo per capire che cosa significhi allenare in Serie A: in tal senso, certamente non l’hanno aiutato i costanti infortuni dei migliori calciatori della rosa».

Gilardino è stratega e valorizzatore? «È bravissimo a preparare la partita durante il corso della settimana perché ascolta e collabora efficacemente con lo staff. Non solo, Gilardino ha l’umiltà di studiare l’avversario di turno, adeguare i propri ragazzi, e metterlo in difficoltà. La squadra c’è ma, soprattutto, c’è una forte unione di gruppo per la quale il tecnico del Genoa si è speso fin dall’anno scorso: basti vedere come i ragazzi della panchina hanno esultato al gol di Ekuban. Tutti in campo. Infine, lasciatemi respingere l’ingiusta critica relativa al suo “non gioco” sbandierata al vento da qualche presunto esperto: guardate la pregevole fattura delle ultime due azioni da gol trasformate dal Genoa».

Chiudiamo con Gudmundsson ed Ekuban. «Albert è una certezza di questo campionato. Freddo, glaciale dal dischetto in un momento catartico della gara di Reggio Emilia: per dirla alla Bergman, è il suo “settimo sigillo” in Serie A. Ekuban ha fatto un bel gol, ha aspettato il momento giusto per sbloccarsi: sul suo volto ho visto una forte espressione di liberazione, invece la volta scorsa in Coppa Italia contro la Salernitana non trattenne le lacrime. A Caleb va riconosciuta professionalità e umiltà, due qualità che l’attaccante del Genoa non ha perso durante i recenti mesi difficili nei quali tutti volevano la sua cessione. Dal mercato condizionato di gennaio serve almeno un terzino destro e una punta; in uscita, lo Spezia – che se il campionato cadetto finisse oggi sarebbe in C – può non rappresentare per Puscas una meta così stimolante».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti augurano a tutti i lettori un sereno Natale!

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