Il Genoa ha tenuto una cena informale al ristorante San Giorgio di Genova, terminata alle ore 21. «Bisognare andare a letto presto, e io devo tornare a Milano. Ho voluto essere presente sia allo store che con i ragazzi, è molto bello ciò che stiamo facendo: avvicinare tanti giovani allo sport» spiega il presidente Alberto Zangrillo, intercettato da Telenord.
«Al discorso prima della cena ho richiamato i valori fondamentali. I calciatori sono fortunati in un momento difficile per il paese, molta gente non arriva alla fine del mese: dobbiamo essere tutti più attenti e responsabili verso ciò che ci accade perché il divario di vita che si percepisce nel quotidiano è spaventosamente elevato. Lo sport è un veicolo per produrre giustizia sociale. Il Genoa, società gloriosissima, svolge una funzione sociale e deve essere promotore di un messaggio di umanizzazione e di grandi valori che rischiamo di perdere. Per il mio Genoa, sotto l’albero vorrei trovare il mantenimento della categoria: per questa stagione dobbiamo accontentarci e mantenere la parole data ai tifosi» spiega Zangrillo.
Su Beppe (funerali mercoledì alla chiesa Regina Pacis di Marassi): «Era una persona pura, buona e mensueta. Mi inchino a lui, gli ho voluto bene. Negli Anni ’70 e ’80 si faceva vedere con cilindro e frack rossoblù, erano gli anni in cui insegnavo ai miei figli i valori del Genoa».
Infine, sugli episodi arbitrali: «Ho promesso al signor Rocchi che non commenterò più gli episodi a caldo. Tuttavia, quando leggo che importanti organi di stampa come La Gazzetta dello Sport, e non solo, dedicano oltre due pagine a un rigore mancante per la Juventus, dico che ce n’erano tanti altri a favore del Genoa. Siamo un gruppo molto responsabile, a volte troppo educato con gli arbitri» chiosa Zangrillo.