Fiducia (molta) negli americani e in Sheva: preoccupazione (tanta) per la classifica del Genoa

Contro la Roma, la squadra rossoblù è sembrata più ordinata, anche se di livello tecnico basso: ma alla fine ha perso ancora

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Non è bastata la bottiglia di prezioso vino rosso che Shevchenko, prima della gara, aveva offerto al suo amico Mourinho, com’era tradizione in Inghilterra quando i due erano amicissimi, calcisticamente parlando.

La prima gara del Genoa “americano” ha avuto strani risvolti, sia tecnici, che psicologici. Ad esempio, il professor Zangrilo, orgoglioso della nomina alla presidenza rossoblù, ha sorriso fino all’82: la sua lunga e apprezzata esperienza di rianimazione, sembrava essersi trasferita nei giocatori rossoblù, davvero rianimati rispetto all’indolenza dell’era Ballardini. Gli uomini di Sheva erano tranquilli (o lo sembravano), attenti, ordinati, specie nella fase difensiva, insomma al di là dei valori tecnici (molto bassi) si vedeva nella squadra un qualcosa di nuovo, non di trascendentale, ma una formazione almeno equilibrata, tantoché per 82 minuti aveva resistito, certo con molta abnegazione, a una Roma che non sembrava nulla di speciale, ma dotata di alcuni elementi che singolarmente potevano risolvere la gara semplicemente con un loro “gesto tecnico”, com’è capitato a quel Felix, purtroppo castiga-Grifo.

L’altro elemento, certamente positivo, è stato l’entusiasmo dei tifosi che hanno applaudito e che sembra siano, speranzosi e convinti che questi americani stiano lavorando bene, nonostante il momento non facile dal punto di visto della classifica e delle prossime gare.

Di questo parere è un celebre tifoso, con cui ho avuto il piacere di essere trasportato in macchina allo stadio. Si tratta di un mitico presidente del Genoa Club Rapallo. Si chiama Enrico Salis, 25 anni sulla tolda del club, uno dei più antichi del pianeta Genoa. Celebre per il famoso cimento invernale ai bagni Vittoria di Rapallo, giunto alla 29° edizione: la prossima si terrà il 12 febbraio.

Dunque Salis mi dice: «Non sono deluso, ma certo ancora un po’ preoccupato. I miei tifosi seguono questo nuovo corso e certamente la cessione della società da parte di Preziosi ha fatto bene a tutti noi». Aggiunge ancora: «Bisogna racimolare qualche punto nelle prossime terribili gare per arrivare al mercato di gennaio. Si spera in nuovi acquisti, questa squadra non funziona».

Insomma: la voce di questo tifoso “illuminato”, conferma da una parte la forte speranza della tifoseria nell’arrivo degli americani ed anche nella bravura di Sheva: dall’altra però non smettono di avere qualche preoccupazione, perché sinceramente questo inizio è stato il peggiore del Grifone.

Non dimentichiamo che la squadra che va in campo attualmente è quella di Preziosi, cioè un gruppo di giocatori, alcuni non adatti, molti infortunati, altri quasi sconosciuti. Ecco perché il povero (si fa per dire) Sheva si trova in una situazione delicatissima.

Il tecnico ucraino col suo umile modo di parlare, cerca di mostrare una certa serenità, quasi una dolce consapevolezza che il quadro è questo, con una qualità piuttosto bassa: tuttavia, ha la necessità di trovare, in questo nugolo di giocatori a disposizione, una formazione possibilmente fissa e coesa, con alcune pedine inamovibili. Sheva vorrebbe una formazione abbastanza bloccata (tanto è vero che non ha cambiato subito cinque giocatori, ma ha atteso lo scorrere dei minuti della ripresa per effettuare i cambi).

Certo questo compito sarà durissimo. Pare ad esempio che abbia dato fiducia a Masiello, così come a Rovella. Naturalmente attende gli infortunati (ben otto). Domenica ci sarà la sfida in trasferta all’Udinese: servono assolutamente punti.

L’amico presidente Salis mi diceva: «Se ci fossero stati Destro e Caicedo, forse qualcosa di più si poteva fare». Insomma, gli americani che si erano esaltati accanto al Sindaco Marco Bucci, nei vicoli della stupenda Genova, speravano forse anche in un delizioso “piatto alla genovese” anche allo stadio. Ma non si può aver tutto. «Peccato – conclude l’amico Salis, rapallino vero – che l’unico Felix della serata sia stato Mourinho». Già!

Vittorio Sirianni

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