I genoani sono feriti, hanno le bende sui volti. Sono giornate da magone calcistico dopo la sesta sconfitta in tredici partite, la metà in appena un terzo di campionato, peraltro sorta senza un tiro in porta – perché quella di Sturaro è qualsiasi cosa fuorché una conclusione – neppure scagliato da via Clavarezza. Eppure nel limbo interminabile in cui è precipitato il Grifone da ormai sei stagioni la luce è nella proprietà americana e nel professor Alberto Zangrillo, il nuovo presidente che assolverà l’imprescindibile ruolo di rappresentante dei genoani all’interno del Genoa e rappresentante del Genoa tra i genoani. Il medico di fama mondiale, che a Palazzo Ducale si è presentato come «pragmatico nello stilare le priorità degli impegni lavorativi» e «autonomo rispetto alla politica», ha ricevuto da 777 Partners un incarico effettivo e non simbolico entro un perimetro di potere desumibile per sottrazione dagli altri settori di competenza della società rossoblù.
Zangrillo avrà un ruolo meramente consultivo, e non già vincolante di indirizzo, negli atti di gestione del calciomercato che saranno di competenza della relativa squadra che andrà formandosi entro il prossimo mese: presenzierà alle riunioni in materia e ai vertici con Shevchenko e il suo staff, come già accaduto fino a tarda notte dopo la sconfitta con la Roma. Ancora incerta, poiché non chiesta in conferenza stampa, l’attribuzione dei poteri di scelta e di esonero del tecnico, solitamente prerogative presidenziali nel calcio italiano. La funzione di rappresentanza in Lega e Figc sarà, invece, ricoperta da Enrico Preziosi. Il riordino societario è una parte di quella che Joshua Wander, il volto che la holding ha scelto per bucare lo schermo, ha definito nientemeno che «rivoluzione», ed è orientato a creare dei precisi comparti in ciascuno dei quali ognuno è responsabile e non può ingerire in un altro piano di lavoro. «Dobbiamo abbandonare i vecchi schemi che ci facevano vivere alla giornata. Nella rivoluzione ci saranno altri momenti difficili» ha ammonito Zangrillo.
E non è escluso che nella rivoluzione, anzi nella revolución, possa fare ritorno Diego Milito, il più forte a vestire la maglia rossoblù. Il presidente Zangrillo ha rivelato i buoni uffici che lo legano al Principe a tal punto che nel prossimo futuro può prefigurarsi un suo inquadramento societario il quale sarebbe in perfetta sintonia con l’ambiente che lo idolatra e con la nuova strategia di sviluppo del club. Milito al Genoa come risorsa dotata di poteri decisionali, e non come una figurina da passeggiata celebrativa sotto la Nord, darebbe un contributo tecnico essenziale alla crescita dirigenziale del Grifone come lo sono Maldini per il Milan e Zanetti per l’Inter. Oltre che un profilo carismatico e fortemente aggregante, Milito non sarebbe nemmeno un debuttante in ufficio poiché al Racing di Avellaneda ricoprì l’incarico di segretario tecnico per tre anni, dal dicembre 2017 al 2020, vincendo il campionato e il sinora unico Trofeo de Campeones de la Superliga Argentina. I tifosi sognano Milito e per un attimo le ferite e le bende sui volti spariscono.