Una carriera ai massimi livelli, con la vittoria del campionato del mondo 1982 ed una serie di successi con le maglie delle squadre più titolate del campionato italiano. Fulvio Collovati ha lasciato un grande ricordo anche sulla sponda rossoblù del Bisagno contribuendo alla splendida cavalcata in Coppa Uefa della stagione 1991-92. Passato al ruolo di commentatore tv, l’ex insuperabile difensore, in esclusiva per Pianetagenoa1893.net, prevede un futuro roseo per la formazione guidata da mister Gasperini.
Stasera il Genoa torna in Europa dopo parecchi anni. Che tipo di partita si aspetta?
«Non mi sembra un turno particolarmente insidioso per i rossoblù. Il calcio danese ha vissuto un momento di grande splendore quindici – venti anni fa, ed ora, anche se in leggera ripresa, lo ritengo parecchio più debole rispetto a quello italiano. Auspico e credo, quindi, che il Grifone non avrà problemi».
Lei è stato uno dei protagonisti dell’esperienza in Coppa Uefa del 1991-92. Che ricordi le restano?
«Tutta la mia avventura in maglia rossoblù è stata molto bella ma quel che conservo con maggior piacere è senza dubbio la cavalcata europea. Le partite con Oviedo, Steaua Bucarest, Dinamo Bucarest, Liverpool ed Ajax mi resteranno sempre dentro. Chi ha giocato nel Genoa, poi, non può non continuare a seguire con affetto ed attenzione le vicende della squadra ed anch’io sono rimasto legatissimo a tutto l’ambiente rossoblù».
Che obiettivo può fissare il Genoa in campo europeo?
«Noi riuscimmo ad arrivare in semifinale e credo che anche il Genoa attuale disponga dei mezzi per ripetere quel risultato. Non sarà facile ma le possibilità ci sono tutte. Nonostante le pesanti perdite, infatti, la società ha allestito un ottimo organico e, soprattutto, è riuscita a trattenere uno dei tecnici più capaci e competenti in circolazione: Gian Piero Gasperini».
E in campionato, invece, dove potrà arrivare questo Grifone?
«Lo scorso anno il quarto posto a pari merito con la Fiorentina fu un risultato straordinario. Migliorare farebbe piacere a tutti ma credo che già ripetersi equivarrebbe a vincere uno scudetto».
Claudio Baffico
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