ESCLUSIVA PG, SBRAVATI: «Bilancio del vivaio positivo ma siamo in difficoltà»

Il responsabile: «Le nuove avversarie sono società che fino a 15-20 anni non erano contemplate in un contesto di competitività»

Sbravati Genoa
Michele Sbravati, direttore del settore giovanile del Genoa (foto di La Giovane Italia)

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Al termine della sconfitta odierna del Genoa Under 18 che ha segnato la fine della stagione del vivaio rossoblù, Pianetagenoa1893.net ha intervistato Michele Sbravati, responsabile del settore giovanile del Grifone.

Direttore Sbravati, qual è il bilancio stagionale del settore giovanile? «Con la gara di oggi, chiudiamo la stagione dei campionati regolari, compresi i play-off che abbiamo affrontato con quattro leve rossoblù su sei. Peccato per il punteggio dell’Under 18 e per la Primavera in Supercoppa, in entrambe abbiamo fatto la partita senza vincere, il calcio è questo. Il bilancio complessivo è altamente positivo. Per il Genoa, la concorrenza di altri club più strutturati, non solo dal punto di vista degli impianti, è alta: dobbiamo ringraziare la nostra proprietà per le risorse che impiega ma i valori emergono ogniqualvolta sono in palio le alte posizioni in classifica. Da quando siamo arrivati, abbiamo centrato una dozzina di volte le prime quattro posizioni e vinto tornei e alcuni titoli: ciò è un extra per un settore giovanile di selezione come il nostro, il cui obiettivo è formare calciatori competitivi come Accornero e Lipani, che addirittura provengono dall’attività di base».

Quanto si è avvicinata la concorrenza dal basso? «Nei primi Anni 2000 i cosiddetti top club erano quelli che avevano investito in maniera virtuosa nelle strutture e avevano la possibilità di lavorare con i giovani; attualmente, molte squadre che vent’anni fa avevano i nostri problemi odierni sono cresciute e sono nate alcune realtà come Cremonese, Catania e Novara (entrambe in C), la Via Emilia si è rinforzata (Sassuolo, Parma, Spal e presumo prossimamente anche il Modena). Le nuove avversarie sono società che fino a 15-20 anni non erano contemplate in un contesto di competitività, intesa come scelta dei ragazzi. Più ci sono strutture e foresterie e più le scelte vengono indirizzate: se il Genoa vorrà un futuro roseo, dovrà cambiare perché così siamo in grande difficoltà. Oggi abbiamo giocato una partita così importante in una situazione assurda, ossia in un centro sportivo con ben quattro tornei di bambini in contemporanea».

Direttore Sbravati, prima parlava di Luca Lipani. Che cosa gli consiglierebbe in vista della prossima stagione? «Assieme a Brayan Boci, lo considero a tutti gli effetti un calciatore della prima squadra visto che nel girone di ritorno ha giocato poche volte con la Primavera. Luca è il più giovane, sarà la società a decidere il suo percorso migliore. Per noi, il sogno è vedere quanti più ragazzi debuttare e giocare stabilmente in prima squadra».

A proposito di prima squadra, come sono nate le scelte tecniche di Gilardino e, successivamente, di Agostini? «Merito al ds Taldo. É fisiologico che, soprattutto per la scelta di Gilardino che si è rivelata eccezionale, ci siano stati molti confronti con la direzione sportiva della Primavera per trovare il giusto profilo tra più candidati. Il calcio è anche fatto da fortuna e relatività, l’importante è crescere come società e capire quali siano le aree di miglioramento perché, a prescindere da chi li allena, i ragazzi del settore giovanile hanno bisogno di essere seguiti a tutto tondo. Il vivaio odierno non è solo l’allenatore ma è anche lo staff e la cura dell’aspetto psicologico come fa il nostro prof. Caligaris».

Sbravati, il futuro dello sviluppo del calciatore è il multisport? «É un tema spesso dibattuto nelle aule di Coverciano. Ne sono favorevole per un inserimento continuativo nella metodologia di allenamento in tenera età perché la conoscenza di più discipline porta maggiori vantaggi da un punto di vista cognitivo, di coordinamento, di conoscenza degli spazi e anche del proprio corpo. Non dimentichiamo che grandi campioni come Ivan Perisic, Ibrahimovic e Schweinsteiger provengono da beach volley, taekwondo e sci. Il basket migliora la postura, l’impiego del piede perno e l’utilizzo dei blocchi mentre la pallavolo sviluppa lo stacco e la scelta del tempo; sono propedeutici anche la ginnastica, pallamano e atletica leggera. In futuro, gli staff dovranno adeguarsi con professionisti che conoscono tali aspetti».

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