ESCLUSIVA PG – L’epopea della Caralis raccontata da due protagonisti: Peo Campodonico e Luciano Paccagnini

L'ideatore fu «il grande Pippo Spagnolo assieme agli amici dell’Aspag, tra cui anche Armando De Regibus»

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(foto di genoacfc.it)

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Correva l’anno 1971 e Pianetagenoa1893.net viaggia sull’onda dei ricordi di quella ormai celebre trasferta in nave in terra sarda con due protagonisti d’eccezione dell’epoca. Sono Peo Campodonico, allora assessore comunale a Genova e autore dell’inno “Un cantico per il mio Grifone”, e Luciano Paccagnini, all’epoca presidente del Little Club 1959. Quel viaggio sulla motonave “Caralis” significò non soltanto sostenere il Genoa contro la Torres (per la cronaca il 16 maggio i rossoblù vinsero 1-0 con gol di Speggiorin) ma fu una testimonianza dell’immenso amore del Popolo genoano verso la squadra.

Chi ideò la traversata in mare fu «il grande Pippo Spagnolo – racconta Paccagnini – assieme agli amici dell’Aspag tra cui anche Armando De Regibus. Il Little Club aveva collaborato all’organizzazione assieme alla Fossa dei Grifoni. Anzi, posso dire che i ragazzi della Fossa si erano dati molto da fare per la riuscita della trasferta». Altro particolare molto importante: «Ricordo che Pippo – afferma Campodonico – aveva firmato l’assegno con la Tirrenia per il noleggio della nave».

In questa bella vicenda riguardante il tifo rossoblù c’è anche lo spazio per la politica. «Era il periodo delle elezioni amministrative – prosegue Campodonico – e c’erano alcuni personalità del mondo politico genovese. C’erano Gelasio Adamoli per il Pci, Alfredo Biondi per il Pli e Fulvio Rosina per la Dc. Ricordo che a Sassari fummo ricevuti in Comune dal sindaco e dalla giunta». Oltre ai politici c’era anche «il cantautore Peo Parodi» aggiunge Campodonico.

Alla partenza, Pippo Spagnolo adottò uno stratagemma: «La Caralis poteva ospitare al massimo 700 persone – afferma Paccagnini – ma Pippo fece salire altri 300 ragazzi che non avevano prenotato il viaggio attraverso alcuni portelloni di servizio. Alla fine, i tifosi erano mille».

Ma come fu il viaggio in mare sino a Porto Torres? «All’andata ci fu un clima – risponde Campodonico – da grande festa a bordo. Al ritorno volevamo far baldoria per la vittoria, ma il mare agitato delle Bocche di Bonifacio purtroppo fece sentire le sue conseguenze e gran parte dei genoani trascorse la notte a vomitare in cabina». All’arrivo, al lunedì mattina, rammenta Paccagnini, «c’era tanta gente al Porto Antico che aspettava che la nave attraccasse. C’erano i rimorchiatori che l’accompagnavano e che sparavano con i cannoni d’acqua verso il cielo, mentre tutte le navi in porto facevano suonare le sirene. Noi ci siamo commossi per quello spettacolo. La commozione prese anche Turone che era con noi».

C’è un particolare divertente di quell’arrivo al porto di Genova: «Il comandante della Caralis – prosegue Paccagnini – urlò col megafono di toglierci dalla parte destra della nave dove eravamo tutti assiepati e di portarci a sinistra, poiché si era leggermente inclinata». Campodonico sottolinea che «era una vecchia carretta del mare e quindi avrebbe potuto avere dei problemi da quella gran massa di persone stipata su un solo lato».

Con la vittoria in Sardegna la promozione in Serie B, dopo un anno di purgatorio in C nella stagione 1970/71, era quasi certa a quattro gare dalla fine. «Ma non c’era soltanto l’entusiasmo – conclude Campodonico – per il salto di categoria. In quell’anno c’erano stati ben 18mila piccoli azionisti che avevano salvato il Genoa dai problemi finanziari».

Marco Liguori

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