Era il 1° agosto 1938. Il cammino del Genoa europeo si fermò alle semifinali

In quella estate il Grifone partecipò alla Coppa dell'Europa Centrale

Cattaneo al tiro nella partita del Genoa giocata a Praga (Foto da Camillo Arcuri e Edilio Pesce, "Genoa and Genova. Una Squadra. Una Città. Cento Anni Insieme ", Ggallery, 1992)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Nell’estate del 1938 il Genoa partecipa alla Coppa dell’Europa Centrale. Quel Genoa “europeo” schierava Sergio Bertoni.

Come ricordato nell’edizione de “La Nazione”, del  20 ottobre 2020, il forte attaccante pisano, Sergio Bertoni, fu Campione Olimpico nel ’36 e Campione del Mondo del 1938 (convocato, ma mai schierato in campo, dal Commissario Tecnico Vittorio Pozzo).

Bertoni arrivò dal Pisa al Genoa proprio nell’estate del 1938 e in rossoblù restò fino al 1946. Nella seconda metà degli anni Trenta, con la partecipazione al prestigioso torneo continentale di cui ho appena parlato, il Genoa faceva parte del giro europeo ed è in quel contesto, a poche settimane dalla vittoria dell’Italia al mondiale in Francia, che Bertoni arriva a Genova.

Nell’estate del 1938 il Genoa partecipa dunque alla Coppa dell’Europa Centrale, ai tempi la più prestigiosa coppa di club. Si tratta di una competizione che, tra le varie squadre, vede la partecipazione di Genoa, Inter, Juventus, Milan, Sparta Praga, Slavia Praga, Rapid Bucarest, HASK Zagabria e il Ferencváros di Budapest.

Il Genoa arriva in semifinale, eliminando Sparta Praga (vittoria per 4 a 2 all’andata, il 26 giugno, e 1 a 1 al ritorno, il 2 luglio) e Rapid Bucarest (vittoria per 3 a 0 all’andata il 10 luglio e sconfitta per 2 a 1 al ritorno, il 17 luglio), e sarà a sua volta eliminato dallo Slavia Praga,  squadra che vincerà la finale contro gli ungheresi del Ferencváros.

Per avere un’idea della forza dello Slavia Praga, basta considerare che i cecoslovacchi avevano vinto nei quarti di qualificazione, di quel torneo, per nove a zero contro l’Ambrosiana-Inter (fonte: pagina ufficiale dello Slavia Praga) e l’Inter era la squadra che quell’anno  aveva vinto il campionato italiano (il Genoa era arrivato terzo a pari con il Milan).

Il 24 luglio di quell’anno, nell’ambito della semifinale della coppa europea, il Genoa aveva vinto 4 a 2 contro lo Slavia Praga, davanti a 30.000 spettatori al Ferraris. Al ritorno, però, il Genoa sarà sconfitto per 4 a 0 e sarà eliminato.

L’esito di quella partita di ritorno, giocata il primo di agosto del 1938, fu sicuramente condizionato proprio dalla perdita di un giocatore di grande livello come Sergio Bertoni (frattura alla gamba destra). Da notare che Bertoni aveva già subito un’altra lesione in un precedente incontro, a cui ho appena fatto riferimento, quello con il Rapid di Bucarest.

Ad essere precisi, il campione si infortunò alla caviglia nell’incontro di ritorno contro il Rapid di  Bucarest, saltò la partita di andata contro lo Slavia Praga, ma ritornò a disposizione per il ritorno giocato a Praga il primo agosto, dove si infortunò gravemente alla gamba destra per un intervento scorretto di un difensore cecoslovacco (infortunio che gli fece perdere praticamente un anno di attività). Dopo l’infortunio,  Bertoni restò due settimane in ospedale a Praga e ritornò poi a Genova.

La vicenda ha lasciato traccia di sé nei libri sulla storia del Genoa e nella stampa dell’epoca. In una foto tratta da un libro di Arcuri e Pesce, scattata nella sede del Genoa di Piazza De Ferrari, risalente  presumibilmente al mese di agosto, si vede William Garbutt con Sergio Bertoni, reduce proprio da quella frattura, e in un’altra foto, tratta da “Il Lavoro” del 14 agosto, lo si vede uscire da un’ambulanza in presenza del Presidente Juliolo.

Bertoni infortunato, nella sede del Genoa con William Garbutt (Foto da Camillo Arcuri e Edilio Pesce, “Genoa and Genova. Una Squadra. Una Città. Cento Anni Insieme “, Ggallery, 1992)

Tra l’altro, per tornare a quella partita del Genoa, giocata contro lo Slavia Praga, e allargando il discorso alla storia del calcio, in quella squadra cecoslovacca giocava Josef Bican (capocannoniere  del torneo con dieci reti, di cui quattro nel già  citato match contro l’Inter). Josef  Bican era considerato uno dei più forti giocatori al mondo del periodo precedente alla Seconda Guerra Mondiale, forse il migliore in assoluto.

In effetti,  molti storici del calcio lo considerano superiore anche a Sindelar, ad Andrade ed a Meazza. A questo proposito, è interessante notare che, consultando tabellini e statistiche, si scopre che Bican segnò più gol di Pelé: 821 in partite di competizioni ufficiali e quasi 1.500 se si considerano le amichevoli (Fonte: Federazione Football Repubblica Ceca). Secondo l’autorevole rivista argentina El Gráfico, senza contare le amichevoli, le reti di Bican sarebbero 759, mentre quelle di Pelé 757 (Fonte: edizione on line “La Repubblica”).

E dopo aver affrontato, seppure sinteticamente, gli aspetti sportivi e biografici legati a Sergio Bertoni e al suo tempo, lascio spazio ad una nota di colore per constatare che quel Genoa europeo era solito fare il ritiro e  la preparazione sul Passo dei Giovi, nei monti del nostro Appennino.

Grazie al lavoro  di pubblicistica del grande Edilio Pesce, figura imprescindibile per chiunque voglia conoscere la Storia del Genoa, ci imbattiamo, infatti,  in una foto in cui si vede buona parte della squadra rossoblù, in un momento di rilassatezza nel ritiro al Passo dei Giovi, nell’ambito della preparazione a quella competizione europea. In primo piano si vede Sergio Bertoni in bicicletta. Attorno a lui, Cattaneo, Villa, Perazzolo, Pellizza, Sardelli, Marchi, il dirigente Bruschettini, Fregosi e Genta.

Il Genoa in ritiro al Passo dei Giovi (Foto da Camillo Arcuri e Edilio Pesce, “Genoa and Genova. Una Squadra. Una Città. Cento Anni Insieme “, Ggallery, 1992)

Concludo ringraziando Mark Monti e Luigi Carbonara per avermi fornito preziose informazioni, e relativo materiale, sull’argomento.

Massimo Prati: classe 1963, genovese e genoano, laureato alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Genova, con il massimo dei voti. Specializzazione in Scienze dell’Informazione e della Comunicazione Sociale e Interculturale.

Vive in Svizzera dal 2004, dove lavora come insegnante. Autore di un racconto, “Nella Tana del Nemico”, inserito nella raccolta dal titolo, “Sotto il Segno del Grifone”, pubblicata nel 2004 dalla casa editrice Fratelli Frilli; di un libro intitolato “I Racconti del Grifo. Quando parlare del Genoa è come parlare di Genova”, edito nel 2017 dalla Nuova Editrice Genovese; di un lavoro sulla storia del calcio intitolato “Gli Svizzeri Pionieri del Football Italiano”, Urbone Publishing, 2019; di una ricerca storica dal titolo “Rivoluzione Inglese. Paradigma della Modernità”, Mimesis Edizioni, 2020; della seconda edizione de “I Racconti del Grifo. Quando parlare del Genoa è come parlare di Genova”, Urbone Publishing, 2020. Infine, coautore, con Emmanuel Bonato, del libro di didattica della lingua italiana, “Imbarco Immediato”, Fanalex Publishing, Ginevra, 2021.

È anche autore di numerosi articoli, di carattere sportivo, storico o culturale, pubblicati su differenti blog, siti, riviste e giornali. Collabora con “Pianetagenoa1893” e “GliEroidelCalcio”.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.