Dopo un ottimo campionato, la giusta festa per tutto il Mondo Genoa: tifosi, dirigenti e giocatori

Da anni non si vivevano momenti così belli ed emozionanti, vissuti dopo l’eccellente vittoria sul Bologna

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Da anni nel Mondo Genoa non si vivevano momenti così belli ed emozionanti, vissuti dopo l’eccellente vittoria sul Bologna, sia dai tifosi (anche bolognesi), sia dai giocatori e dirigenti.

Festa straordinaria alla fine, festa per tutti, giocatori sorridenti, mogli sul campo, bimbi abbracciati ai papà vincitori, tifosi impazziti, musica, dirigenti sulle ali del vento, Zangrillo un luminare della medicina diventato bambino, lo stesso Mozza abbracciato prima a Gila, poi ai suoi giocatori. Insomma, una festa per tutti, o meglio: una festa del calcio. E questo è il merito del mondo rossoblù.

Il Genoa ha questa caratteristica: dare la sensazione vera di un amore sincero verso il gioco del calcio e di un’appartenenza vera, sincera ad una bandiera.

I nostri amici americani, feste simili non credo le abbiano mai vissute; questo è il vero calcio, amore, passione, appartenenza, voglia di pensare al bello, la grande bellezza in questo caso di essere rossoblù.

I giri di campo, mancava soltanto una coppa, sono stati i momenti più piacevoli per i tifosi, che hanno scaricato la loro gioia, le forti passioni sui loro idoli. Lo stesso professor Aldo Piccardo, presidente del Genoa Club Rapallo si è sentito di dare la sua battuta: «I mandilli de sea hanno battuto i tortellini, grazie Genova».

Certo, grazie Genova, perché il Genoa è un patrimonio della città, che nobilita la Lanterna.

Chi avesse visto, ieri, la gara col Bologna, per la prima volta si sarebbe chiesto: «Ma cosa ha ancora bisogno questa squadra?». Ha infilato un’avversaria che è qualificata in Champions League, ha giocato una partita intelligente, ha portato a termine la “vittoria perfetta”. Già, non sarà ovviamente così, ma la partita è stata davvero esemplare. Non vorremmo dire un’eresia, ma ci è sembrato di vedere giocare il Genoa come l’Atalanta contro il Leverkusen: squadra compatta in difesa, ma soprattutto alta, sempre alta, fino a pressare dall’inizio alla fine i difensori avversari, non lasciando loro la possibilità di aprirsi al gioco. Inoltre, il centrocampo è stato sempre sulla palla e via al gioco verticale che ha portato spesso al tiro in porta. Mai un attimo di tregua, 90 minuti allo spasimo, con Thiago Motta disorientato ai bordi del campo, ancorché felice di andarsene alla Juventus.

A proposito di Atalanta e di Gasperini, guarda caso, Gilardino ha battuto il tanto amato Gasp, in un record difficile da superare: ha toccato i 49 punti, rispetto ai 48 gasperiniani. Sarà certamente di buon auspicio.

Ora, pausa, senza dimenticare la grande galoppata e la palla passa alla società. Inizieranno le voci di mercato, i consigli, le speranze. Ma quali incertezze potranno esserci dopo quanto si è visto come lavorano società e tecnico? Certo: migliorare è importante, ma senza affanno, con questa stessa squadra: peccato che il campionato non sia continuato, la crescita del Grifone sarebbe stata sempre più accentuata.

Questi dirigenti si sono rivelati ottimi nella scoperta e nella valorizzazione di sconosciuti, da Gudmundsson a Frendrup e ieri abbiamo visto un Cittadini attento e sicuro, un Ekuban che continua a fare cose egregie e se permette quel Vithna che si è scoperto, a nostro avviso, centravanti di razza, bomber di lusso, punta efficace. Finalmente una “bestia” del gol.

Miglioramenti? Certo sulle fasce ci vorranno rinforzi, ma insomma tutto è andato così bene che il futuro non potrà che essere roseo. Non è mancato nemmeno il “primo sapore” di un’uscita (e che uscita) del giovane Sommariva in serie A. Che più?

Vittorio Sirianni

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.