Intervenuto durante “Che Stella”, il Festival invernale di Music For Peace, sulle frequenze di Radio Zena, mister Domenico Criscito spiega il senso d’appartenenza genoano: «Lavoriamo in una società gloriosa, la prima d’Italia, è un onore far crescere i ragazzi del Genoa. Ho giocato dieci anni in prima squadra, questa è la mia seconda pelle: sono genoano e sono contento di iniziare questo nuovo percorso rossoblù. Il settore giovanile ha sempre lavorato bene, faccio alcuni nomi: Rovella, Cambiaso e Fini».
«Il calcio è cambiato rispetto a quando iniziai 20 anni fa ma ciò che non è cambiato è il talento: quando ero ragazzo, molti ragazzi erano più bravi di me ma nel percorso di crescita subentrano tanti fattori. Io ero concentrato su quello che volevo, cioé giocare in Serie A: ho fatto sacrifici che sono stati ripagati. A Volla giocavo nelle piazze, giocavo a calcio ovunque. Oggi, i giovani come i miei due figli maschi non vedono l’ora di arrivare a casa e usare lo smartphone, vivono poco la strada: si lamentano se il campo non è in perfetto sintetico» spiega mister Criscito, tecnico dell’Under 14 rossoblù.
«L’importante è entrare nella testa dei ragazzi, presumo sia lo stesso problema di chi allena in prima squadra. Thiago Motta e Juric? Erano allenatori in campo, ero certo che avrebbero fatto strada perché avevano grande personalità. Palladino è stata una sorpresa, sta facendo un grande lavoro al Monza. Mister Gasperini è stato fondamentale per me, mi ha cambiato di ruolo» aggiunge l’ex capitano.
Criscito, infine, torna sul 6-0 di Firenze con in panchina mister Konko: «Ero infortunato e mi è dispiaciuto non dargli una mano. Stavamo attraversando un momento difficilissimo, eravamo ultimi e messi male a livello mentale: avremmo perso anche con Guardiola»