Giovanni Porcella – Tragico Genoa, Ave Cesare ma Preziosi faccia mea culpa

Il giornalista di Primocanale sulla sconfitta con l'Entella: "Una frana totale, una resa vergognosa, un'umiliazione storica che offende anche l'ultimo dei tifosi buonisti, quelli finiti nella rassegnazione nel segno dei "perdenti ma contenti". Si sono svegliati anche loro"


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Cesare Prandelli è il terzo allenatore in tre mesi e mezzo di stagione che presenta il Genoa. Basta questo per spiegare il disastro di una società e di una squadra in affanno totale e che non riesce a trovare equilibrio e serenità.

Dopo Ballardini potenzialmente quinto in classifica ma esonerato con ignominia ecco la terza occasione per Juric che si tramuta in un cocciuto perditempo con classifica che sprofonda e con nemmeno la vittoria in coppa Italia con l’Entella, squadra di Lega Pro, che elimina il Grifo e vince dopo tre rigori subiti di cui uno almeno regalato ai rossoblu. Una frana totale, una resa vergognosa, un’umiliazione storica che offende anche l’ultimo dei tifosi buonisti, quelli finiti nella rassegnazione nel segno dei “perdenti ma contenti”. Si sono svegliati anche loro.

Ora mi domando perché Juric non è stato mandato via ai primi danni e perché dopo Torino non è stato messo alla porta se li fuori c’era già Prandelli? Il Genoa ci ha guadagnato solo un’immagine di un club alla deriva. Penso che non sia così ma ora servono i fatti. La squadra ha qualche valore e molti bidoni ma non ha le palle salvo Biraschi e Piatek. Prandelli esordirà con la Spal in un match che conta molto. Preziosi dopo aver scherzato con gli allenatori scommette sull’ex ct della nazionale, sul mister di quella Fiorentina che andò in Champions al posto dei rossoblu di Milito, di un tecnico che arriva da tre fallimenti in Spagna in Turchia e nel mondo arabo.

Preziosi, a cui auguriamo di rimettersi presto, non può pensare di dare la colpa solo agli altri perché lui ha sbagliato più di tutti e lo sa. Faccia mea culpa e risponda ad una nostra domanda se non si offende: perché non vende? Non c’è nulla di drammatico oggi, ma in futuro sarebbe importante capire se ha ancora voglia di fare calcio e se questa piazza gli dà ancora qualche brivido o la vede come il mal di denti a ferragosto, perché da un po’ di tempo la sensazione è questa.

La squadra non gli ha dato nemmeno uno straccio di soddisfazione, ma il Genoa non può parlare solo di mercato e basta, il campo qui con la sua passione di contorno non conta più nulla. Anche questo è ciò che traspare. Non si sa più se li c’è frutta fresca o surgelati. Il domani, ecco cosa ne sarà del Genoa se si continua così? Una stagione sbagliata ci sta ma ora sono un po’ di anni che a dicembre il Grifo è nella tragedia sportiva, s’intende. Si deve essere costruttivi e per questo Ave Cesare, in fondo è già un po’ che sbirciava Criscito e compagni ma senz’anima e senza sentimenti, senza orgoglio il Genoa non vive, non graffia.

Giovanni Porcella – Primocanale

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