La scuola calcio Genoa Malindi chiude i battenti

Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato da Freddie del Curatolo, ideatore della scuola calcio di Malindi Questa è una notizia che da appassionato d’Africa, da tifoso e soprattutto da persona che lavora nel sociale, non avrei mai voluto dare: dopo soli due anni dalla sua creazione, la scuola calcio Genoa di Malindi è costretta a chiudere […]


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Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato da Freddie del Curatolo, ideatore della scuola calcio di Malindi

Questa è una notizia che da appassionato d’Africa, da tifoso e soprattutto da persona che lavora nel sociale, non avrei mai voluto dare: dopo soli due anni dalla sua creazione, la scuola calcio Genoa di Malindi è costretta a chiudere i battenti. Costretta dalle promesse mai mantenute dalla società e dalla mancanza completa di interesse e dialogo tra Genova e Malindi. Domani si scioglierà un gruppo di ex ragazzi di strada che, con gli splendidi colori rossoblu addosso, hanno imparato a superare mille problemi, a migliorare i loro voti a scuola, a diventare un gruppo indistruttibile di veri amici. Verrà troncato un progetto sociale che è stato lodato e portato ad esempio in tutto il Kenya come il modo più efficace per diminuire la microcriminalità adolescenziale, che ha tolto dalla strada migliaia di ragazzi che ogni settimana venivano a seguire le partite dei loro coetanei. Un progetto che ha permesso, grazie all’aiuto dei tifosi e delle sporadiche donazioni di aziende e privati, di creare eventi unici nel mondo come il Torneo degli Orfanotrofi.

L’idea della scuola calcio era nata per gioco, dal mio libro “Genoa Club Malindi”. Alla fine di questo diario semi-reale, auspicavo la creazione di un piccolo Grifone in Kenya. L’associazione Onlus Karibuni ha cercato di trasformare il sogno in realtà, contattando la società Genoa, attraverso la Giochi Preziosi. L’iniziativa, nel novembre 2009, è stata presentata in pompa magna con una conferenza stampa a Villa Rostan, con Beppe Sculli come testimonial. Per una settimana sono stato intervistato da stampa e media e ho illustrato il progetto sociale. Da allora più volte il sito del Genoa e altri lidi internet a tinte rossoblu si sono occupati della creazione e della crescita della Karibuni Genoa di Malindi. Così ha fatto anche la stampa. Il nome del Genoa keniota è approdato sui media nazionali. Ma in poco tempo siamo stati lasciati soli e siamo andati avanti grazie al grande cuore dei tifosi e a molti turisti italiani, anche non genoani, che si sono affezionati al progetto, vedendolo sul campo. Infatti l’accordo con l’Amministratore Delegato del Genoa Alessandro Zarbano, prevedeva uno stanziamento di 25 mila euro all’anno. Nel 2010 sono arrivati solo 10 mila euro, unitamente a una muta incompleta di maglie dalla Scuola Calcio Barabino & Partners, priva di pantaloncini, calzettoni e scarpe. Nel 2011, dopo assicurazioni verbali e promesse, non sono arrivati neanche quelli. I due giovani calciatori kenioti portati a Genova nel novembre 2010 a vivere una settimana con gli Allievi, sono stati pagati da Karibuni Onlus e non hanno nemmeno ricevuto vitto e alloggio. L’unica cosa che il Genoa ha fatto è stata pagare a me l’albergo (grazie).

Mentre il sito internet rossoblu continuava ciclicamente a pubblicizzare la bella iniziativa sociale, la Karibuni Onlus doveva fare i salti mortali, tra le sue tante iniziative in Kenya, per racimolare qualche soldo per farci andare avanti e io ho fatto lo stesso. Nella speranza che prima o poi Preziosi e i suoi, ci facessero un regalo. Avevamo grandi progetti per rendere la scuola calcio Genoa un “unicum” in tutto il Continente Africano. E con soli 25 mila euro all’anno avremmo fatto cose inimmaginabili, che oltre a coinvolgere centinaia di ragazzi, avrebbero dato lustro al nostro Grifone.

Invece niente. Niente di niente, inspiegabilmente.

Così con un dolore grande nel cuore, dopo le ennesime mail spedite in società che non hanno avuto risposta, se non un’altra decina di magliette da Barabino, abbiamo deciso di dire ai ragazzi la verità. Sarà durissima, domani. Questi ragazzini hanno già i nostri colori nel sangue. Durante l’ultimo torneo hanno raccolto chissà come, gli spiccioli per preparare dei braccialetti rossoblu con scritto Genoa Cfc, da regalare a tutto lo staff. In finale sono arrivati anche i loro tifosi, coetanei con un bandierone che a fine partita tutta la squadra ha autografato e con cui hanno fatto il giro del campo. In questi due anni ho spiegato loro la filosofia della squadra più antica d’Italia, la sua dignità, l’orgoglio che non è legato unicamente ai risultati…altrimenti…

Dovrò dire a questi piccoli grandi giocatori, a questi miei figli, che il Genoa ci ha tradito. Che tutti insieme valgono meno di un mese di stipendio di Ribas, che le plusvalenze non contemplano un piccolo aiuto a chi non ha nulla, se non una speranza legata a un pallone, a due colori.

Ahmed, Joseph, Baraka, Stanley, Gift, Kalu, Eugene, Waweru, Juma, Jamal, George, Rashid e gli altri a gennaio torneranno a trovarmi ed allenarsi. Speriamo per quel periodo di aver trovato un’altra squadra che si prenderà a cuore la loro crescita. Altrimenti non potremo più garantire loro borse di studio, incentivi per migliorare le condizioni della scuola che frequentano e aiuti ai genitori. Stiamo parlando di ragazzi che a volte non trovano a casa nemmeno una pallina di polenta, per cena. Qualcuno di loro è stato adottato a distanza, come Joseph che studierà grazie ai Grifoni in Rete ed altri due di loro grazie a donazioni di tifosi. Probabilmente il presidente Preziosi, indaffarato com’è, non saprà nulla di questa situazione. Ma la dirigenza non può cadere dalle nuvole, tutte le mail inviate da un anno a questa parte parlano chiaro. Ci siamo stufati di non ricevere risposte, di chiedere e di prostrarci per un aiuto che ci era stato promesso. Per un progetto che ha portato più benefici d’immagine al Genoa che benessere ai nostri ragazzi per cui c’è ancora tanto, forse troppo, da fare. Che tristezza, vecchio Balordo.

Dall’Africa, col Genoa nel cuore ma il cuore a pezzi

Freddie del Curatolo

Nb. Pianetagenoa1893.net è a disposizione per eventuali repliche del Genoa redazione@pianetagenoa1893.net

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