CASMS: «Dalla Serbia nessuna informazione sui rischi»

Dalla Serbia non è arrivata alcuna informazione, nè nei giorni prima della partita tra la nazionale italiana e quella serba, nè durante la riunione Uefa prima della gara, che delineasse profili di rischio per la tifoseria serba. Lo ha precisato il responsabile della sicurezza della Nazionale, Roberto Massucci, in una conferenza stampa al Viminale per […]


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Dalla Serbia non è arrivata alcuna informazione, nè nei giorni prima della partita tra la nazionale italiana e quella serba, nè durante la riunione Uefa prima della gara, che delineasse profili di rischio per la tifoseria serba. Lo ha precisato il responsabile della sicurezza della Nazionale, Roberto Massucci, in una conferenza stampa al Viminale per fare il punto su quanto accaduto ieri a Genova. “Abbiamo registrato delle smagliature nel sistema informativo che sono sotto gli occhi di tutti”. Così il portavoce dell’osservatorio sulle manifestazioni sportive ha proseguito la conferenza stampa sugli incidenti avvenuti ieri a Genova in occasione della partita Italia-Serbia. “Le informazioni arrivate dalla Serbia non ci hanno delineato alcun profilo di rischio della tifoseria Serba”, ha aggiunto Massucci durante al conferenza stampa durante la quale ha partecipato il presidente del Casms, Pietro Ieva, e il direttore generale della Figc, Antonello Valentini. Il portavoce dell’osservatorio del Viminale ha precisato che non sono arrivate informazioni in tal senso nè attraverso “il canale Interpol” nè in sede di riunione Uefa alla quale ha partecipato anche un generale della polizia serba. “Ci hanno detto – ha aggiunto Massucci – che le informazioni su quattro autobus con tifosi serbi andavano aggiornate e gli autobus erano nove”. Il bilancio, nonostante la gravita’ della situazione, e’ stato contenuto: sono rimasti feriti solo due poliziotti degli oltre 400 presenti. Anche secondo Valentini i danni sono stati limitati e ha aggiunto che “il referto dell’arbitro e la relazione Uefa serviranno insieme alle riprese video per arrivare a tutti i responsabili”. “Il 28 – continua Valentini – la commissione disciplinare Uefa discutera’ il caso e prendera’ le adeguate decisioni”. Ma c’e’ stata una sottovalutazione del rischio? “No” secondo Massucci. C’e’ stata una smagliatura nel sistema informativo in quanto “la polizia serba non ci aveva informato di questi potenziali pericoli. Alle frontiere non sono stati fatti particolari controlli dato che col Trattato di Schengen non ci sono barriere tra i vari Paesi dell’Unione Europea”. Rispondendo alle domande sui controlli effettuati all’ingresso dello stadio, Massucci dichiara che sono stati carenti perche’ c’era l’urgenza di togliere queste persone dalle strade per evitare danni ben peggiori. “La Federazione serba – dice il dg Federcalcio – ci aveva chiesto 1.800 posti per il settore ospiti. La prassi italiana vorrebbe che si stili un elenco dei richiedenti e darlo al Viminale che poi provvede all’identificazioni di eventuali persone pericolose. La federazione serba non fa cosi’ e cio’ che e’ successo e’ il risultato”.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.