“Gli anni del nostro incanto”, lo sport diventa linfa della nostra memoria

I ricordi di una famiglia di Milano passano anche attraverso i tanti eventi sportivi: dalle partite ascoltate alle radio, alla memorabile notte del 1968 in cui Nino Benvenuti vinse il mondiale dei pesi medi, sino all’Italia campione del mondo nel 1982 in Spagna


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Nella miriade di ricordi della galassia dell’Italia degli anni degli anni ‘60, raccontata mirabilmente da Giuseppe Lupo ne “Gli anni del nostro incanto”, ci sono anche quelli riguardanti lo sport. Gli eventi delle discipline sportive compaiono nel racconto di Vittoria, protagonista della vita di una famiglia a Milano, e ne diventano in gran parte uno degli elementi portanti di questo romanzo di vita autentica, ambientato in gran parte negli anni del boom economico. Racconto che prende spunto da una foto con i quattro componenti Louis, Regina, Vittoria e Bartolomeo (detto “Indiano”) su una Vespa mentre attraversano la centralissima piazza Fontana.

Dicevamo dello sport in questo spaccato di un’Italia in pieno boom economico, con i suoi marchi (Salvarani, “Tigre” nel motore, Ava e altri veicolati sulla Rai Tv da Carosello), le sue aspettative e la sua voglia di guardare con ottimismo al futuro. Ma non soltanto calcio, serie A e Nazionale: la memoria si sofferma anche su eventi importanti di altre discipline. Vittoria ricorda suo padre Louis chiuso nel soggiorno ad ascoltare Tutto il Calcio Minuto per Minuto su Radio Rai: tra lui e la matrice della sua schedina del Totocalcio non voleva nessuno, voleva sperare da solo il sogno di una vincita milionaria. Non solo: in occasione del derby della Madonnina e di Inter-Juventus, Louis invitava gli amici ad ascoltare la radiocronaca «e trascorreva un paio d’ore a riempire i bicchierini di Stock 84» scrive Lupo. Il tutto condito da urla e applausi, oltre a commenti più o meno tecnici: come un centromediano metodista non può correre sulla fascia laterale oppure l’ala destra deve essere bassa e mingherlina e il portiere ha la fissazione di essere solo. E al termine «la radio cominciava a eruttare numeri: risultati, classifiche, marcatori, uno ics due…». Mentre Vittoria e Indiano, chiusi nella loro cameretta, sentivano il papà e i suoi amici recitare l’elenco dei loro idoli: Mazzola, Rivera, Jair, Albertosi, Domenghini, Trapattoni, Facchetti che li immaginano come i vatussi della canzone di Edoardo Vianello. Un affresco del tifo da salotto ai tempi in cui esisteva soltanto la radio per le dirette, sulle cui onde i tifosi viaggiavano con la fantasia per immaginare le gesta dei loro eroi domenicali.

Lo sport è anche sullo sfondo della malattia di Regina, ricoverata all’Istituto Neurologico “Carlo Besta” per la perdita della memoria, dopo la scomparsa del suo dolce Louis. Una sorta di nemesi del tempo: dalla mente della protagonista sono spariti i ricordi più belli dei suoi affetti più cari. Ma per fortuna ci pensa sua figlia Vittoria a riviverli e a descriverli. Dalla finestra della sua stanza guarda il “Giuriati”, il campo da rugby circondato da pioppi dove gli studenti del Politecnico si allenano ogni sera. Siamo nell’estate del 1982: Vittoria riporta le urla di tutto l’ospedale a ogni gol dell’Italia nelle partite contro Argentina, Brasile, Polonia e in finale contro la Germania. Il racconto è intessuto con quella cavalcata che portò Paolo Rossi e i suoi compagni azzurri a conquistare la Coppa del Mondo.

Non soltanto calcio: nel racconto sugli anni del nostro incanto c’è un angolo riservato a un indimenticabile match di pugilato. Quel Benvenuti-Griffith del 4 marzo 1968 al Madison Square Garden, il terzo e decisivo della trilogia di sfide tra i due pugili: quella notte Louis rimase incollato al video per quella memorabile vittoria nel mondiale dei pesi medi del pugile di Isola d’Istria ed era talmente euforico al mattino, tanto da svegliare Regina, tirando pugni al vento e ballando sulle punte.

Lupo riesce ad appassionare, entusiasmare e commuovere con i tanti aneddoti ed episodi dei suoi protagonisti. Un mix ben riuscito tra la vita di tutti i giorni e i grandi eventi dagli anni ‘60 fino agli ‘80 che non potrà che liberare anche i ricordi e il vissuto dei lettori.

SCHEDA

Titolo: Gli anni del nostro incanto

Editore: Marsilio Romanzi 2017

Prezzo: 16 euro

L’autore: Giuseppe Lupo è nato ad Atella nel 1963. Insegna letteratura italiana contemporanea presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, presso le sedi di Milano e Brescia. Ha esordito nella narrativa con il romanzo L’americano di Celenne (Marsilio 2000), con cui nel 2001 ha vinto il Premio Giuseppe Berto e il Premio Mondello opera prima. Successivamente ha pubblicato i romanzi Ballo ad Agropinto (Marsilio, 2004) (Premio letterario Basilicata, La carovana Zanardelli (Marsilio 2008; Premio-Fondazione Carical e Premio Carlo Levi), L’ultima sposa di Palmira (Marsilio 2011; Premio Selezione Campiello e Premio Vittorini), Viaggiatori di nuvole (Marsilio 2013; Premio Giuseppe Dessì), L’albero di stanze (Marsilio 2015; Premio Alassio Centolibri-Un autore per l’Europa; Premio Frontino-Montefeltro; Premio Palmi), Gli anni del nostro incanto (Marsilio 2017; Premio Viareggio-Rèpaci 2018). È autore inoltre della raccolta di scritti Atlante immaginario. Nomi e luoghi di una geografia fantasma (Marsilio 2014) e del pamphlet Mosè sull’arca di Noè. Un’idea di letteratura (Editrice La Scuola 2016).  È autore di numerosi saggi e collabora alle pagine culturali del «Sole-24Ore» e di «Avvenire».

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