Quando il Duce assistette alla disfatta del Genova 1893 contro la Lazio

Domenica 23 novembre 1930, preceduta da una grandissima attesa nella Capitale e in tutta l’Italia sportiva, si giocò la partita tra la Lazio e il Genova 1893 (NDR: l’allora denominazione del Genoa, cambiata dal regime fascista), che sette giorni prima aveva fatto esordire nelle sue fila l’asso argentino, capocannoniere con otto reti durante l’estate nella […]


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Domenica 23 novembre 1930, preceduta da una grandissima attesa nella Capitale e in tutta l’Italia sportiva, si giocò la partita tra la Lazio e il Genova 1893 (NDR: l’allora denominazione del Genoa, cambiata dal regime fascista), che sette giorni prima aveva fatto esordire nelle sue fila l’asso argentino, capocannoniere con otto reti durante l’estate nella prima edizione della Coppa Rimet in Uruguay, Guillermo António «el Filtrador» Stábile, che si era presentato agli sportivi italiani con una tripletta nel 3-1 casalingo al Bologna. Tra i diecimila spettatori che stiparono la “Rondinella”, il campo dei biancocelesti, non mancò Benito «il Duce degli Italiani» Mussolini, con il fratello Arnaldo e i figli Bruno e Vittorio.

Dopo che il 1° tempo, complice l’arcigna marcatura montata da Marino Furlani a Stabile, su cui si imperniava il gioco degli ospiti, poco propensi a coinvolgere nella manovra le ali Luigi «Falchetto» Patri e Felice Virgilio «Levre» Levratto II, si era concluso a reti bianche, le cose precipitarono per gli ospiti nella ripresa, dopo due minuti della quale Levratto II venne fermato per un discutibilissimo fuorigioco, mentre stava per insaccare. Al 3’ Carlo Cevenini V scattò in avanti, servì Pietro «Piero» Pastore, che passò il pallone a Luigi Ziroli, il quale, superato di forza Giuseppe Spigno, aprì le marcature con un tiro dal basso in alto. All’11’, a completamento di una ben combinata discesa di Ziroli e Pastore, che crossò dal fondo verso il centro dell’area di rigore, Alfredo Foni calciò nell’angolo destro della porta, avendo la fortuna che il pallone, dopo aver colpito il palo, si infilasse in rete. Al 30’, al termine di un’azione di contropiede, Foni colpì ancora il palo, ma la palla entrò quella volta non direttamente in porta, ma grazie a un tocco di Mario Malatesta. Al 35’ Pastore concluse con una bella girata da una ventina di metri un’azione di Foni, partito da metà campo, che aveva dribblato Angelo Albertoni e Spigno. Al termine di un’azione corale con ultimo passaggio di Cevenini V e stoccata vincente di Malatesta arrivò al 44’ la rete del 5-0.

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerche e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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