Correva l’anno 1993: la corsa alla salvezza del Genoa fu agevolata da un errore dell’arbitro Stafoggia ai danni del Parma

Il direttore di gara, mal posizionato, interpretò la caduta in area di rigore di Padovano come la conseguenza di un contatto con Minotti: in realtà aveva perso l'equilibro nel controllare il pallone

Loris Stafoggia (Foto sito Aia sezione di Pesaro)

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Domenica 22 maggio 1993 il Genoa, impegnato con un leggerissimo vantaggio sulle concorrenti (un punto su Fiorentina ed Udinese, che nello scontro diretto all’“Artemio Franchi” di quel giorno avrebbero pareggiato per 2-2, e due – quanti all’epoca ne garantiva la vittoria – sul Brescia) ad evitare di occupare le posizioni quindicesima e sedicesima della classifica (le squadre che a fine campionato si sarebbero in esse trovate avrebbero accompagnato nella discesa in Serie B le già matematicamente condannate alla retrocessione Pescara ed Ancona), affrontò in casa alla terzultima giornata il temibile Parma, da dieci giorni esatti detentore della Coppa delle Coppe, conquistata con il 3-1 inflitto all’Anversa nella finalissima disputata all’“Empire Wembley Stadium” di Londra e proiettato a salire virtualmente per la prima volta sul podio del calcio italiano con il terzo posto conquistato con la vittoria casalinga in rimonta per 2-1 sulla Juventus grazie a una doppietta di Marco «il Sindaco» Osio nell’anticipo del turno precedente e mantenuto fino al termine di quella stagione esaltante per i tifosi «ducali».

I rossoblù di Claudio Maselli sapevano che avrebbero dovuto affrontare negli ultimi due turni l’Atalanta, ancora in lotta per la qualificazione alla Coppa U.E.F.A., di Marcello «il Paul Newman della Versilia» Lippi in trasferta (si giocò al “Renato Dall’Ara” di Bologna per la squalifica del campo degli orobici) e il Milan, che sarebbe arrivato a Genova – come effettivamente accaduto – già sicuro di aver conquistato il suo tredicesimo titolo nazionale, ma presumibilmente poco disponibile a cedere l’intera posta in palio nell’ultima partita del suo vittorioso campionato. I tre punti che il Genoa avrebbe conquistato con il «colpo gobbo» (2-1) all’«ombra delle due Torri» e il «salomonico» pareggio nell’incontro finale (la rete del definitivo 2-2 segnata dal compianto Andrea Fortunato a dieci minuti dal termine evitò al Genoa di spareggiare con l’Udinese, con cui condivideva con 6 punti le due posizioni centrali nella potenziale «classifica avulsa» a quattro squadre, che prese definitivamente forma quel giorno con il già ricordato pareggio tra Gigliati e Zebrette e che era capeggiata dal Brescia, poi sconfitto 1-3 nello spareggio di sabato 12 giugno 1993 a Bologna dai friulani, con 7 e chiusa dai viola con 5; il Genoa, che, facendo gli stessi punti delle ormai appaiate tre rivali nelle ultime due partite, si chiamò fuori dalla questione, lasciò inalterate le posizioni, visto che aveva conquistato con ciascuna delle avversarie due dei quattro punti in palio, sicché la Fiorentina finì – dopo quarantadue partecipazioni consecutive al massimo campionato, impreziosite dalla conquista di due scudetti – direttamente in Serie B). Il pubblico del “Luigi Ferraris”, temendo che la propria squadra del cuore nelle ultime due partite avrebbe raccolto un ben più magro bottino di punti, disapprovò con fischi l’atteggiamento prudente da essa mostrato dopo aver ristabilito la parità. Di fatto negli ultimi venticinque minuti le due squadre si accontentarono della spartizione della posta in palio, sicché la descrizione delle azioni salienti dell’incontro si può circoscrivere ai suoi primi tre quarti.

Al 15’ del 1° tempo, su traversone dalla «tre quarti» di destra dello svedese Tomas Brolin, Fausto «Dottor Faust» Pizzi spaventò con una deviazione aerea con la tempia sinistra nel cuore dell’area di rigore avversaria la soprastante Gradinata Nord, mandando il pallone a sfiorare il palo destro della porta difesa da Giampaolo Spagnulo. Il Genoa reagì otto minuti dopo con una punizione da ventisei metri di sinistro in diagonale del brasiliano Cláudio Ibrahim Vaz Leal “Branco” destinata ad insaccarsi sotto l’angolino sinistro alto della porta parmense senza il tocco con la mano destra del portiere Marco “Nonno” Ballotta, che ne alzò la traiettoria sopra la traversa. Al 27’ un avventato passaggio orizzontale dalla destra di Christian Panucci II jr. venne intercettato di testa da Gabriele Pin, che dopo averlo passato a Faustino Hernán «la Gacela Negra» Asprilla Hinestroza, fece da «sponda» in un «triangolo» in velocità chiestogli dal colombiano, il quale fece partire da dentro l’area di rigore un forte rasoterra che si infilò al centro della porta senza che Spagnulo riuscisse ad opporvisi.

Nella ripresa Michele «Harley Davidson» Padovano ebbe subito l’occasione per pareggiare con una conclusione di destro in spaccata già dentro l’area di porta respinta da Ballotta, fattoglisi incontro, con il ginocchio sinistro; quindi, il portiere emiliano bloccò a terra sulla sua destra, al 14’ una conclusione di destro del ceco Tomas «Fisico» Skuhravy. Al 19’ un lungo cross fatto partire dalla riga laterale di destra all’altezza della «tre quarti» dall’olandese – e canadese di nascita – Johannes «Johnny il bello» van’t Schip (da poco subentrato a Gennaro «Gennarino» Ruotolo) trovò pronto oltre – in senso ovviamente latitudinale! – il palo destro della porta degli ospiti Fortunato a rimettere di testa, prima che uscisse dal fondo, la sfera nel cuore dell’area di porta, dove Padovano aveva preceduto Lorenzo Minotti, ma, essendo in anticipo sulla traiettoria del pallone, finì per perdere l’equilibrio all’indietro nel tentativo di controllarla. L’arbitro Loris Stafoggia di Pesaro (poi tragicamente scomparso in un incidente stradale nella frazione folignate di San Giovanni Profiamma mercoledì 5 maggio 2010 all’età di 54 anni), mal posizionato, interpretò la causa della caduta dell’attaccante genoano, che poi si sarebbe incaricato di trasformare la massima punizione con un tiro a mezz’altezza alla destra di Ballotta, la cui mano destra riuscì quasi a sfiorare il pallone, come una «cravatta» del libero parmense e, dopo aver indicato il dischetto del calcio di rigore, fu irremovibile nella sua decisione di fronte alle proteste degli ospiti.

TABELLINO

Genova, domenica 22 maggio 1993, Stadio “Luigi Ferraris”, ore 16,00

Genoa-Parma 1-1 [XXXII giornata del Campionato Italiano 1992/1993]

Arbitro: Stafoggia [Pesaro]

Spettatori: 25mila circa

Marcatori: nel 1° tempo Asprilla (P) al 27’; nel 2° tempo Padovano (G) al 20

Genoa: 1 Spagnulo, 2 Caricola II, 3 Branco, 4 Panucci II jr., 5 Torrente, 6 Signorini sr., 7 Ruotolo (dal 16’ del 2° T.: 15 Van’t Schip), 8 Bortolazzi (dal 36’ del 2° T.: 15 Cavallo) 10 Skuhravy, 11 A. Fortunato. Allenatore: Maselli.

Parma: 1 Ballotta, 2 Matrecano, 3 Benarrivo, 4 Minotti, 5 Apolloni, 6 G. Pin, 7 Pizzi, 8 Brolin, 9 Osio (dal 6’ del 2° T.: 15 N. Berti), 10 Cuoghi, 11 Asprilla (dal 32’ del 2° T.: 16 Pulga). Allenatore: N. Scala.

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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