Luca Cambiassi: «Noi che sabato abbiamo pagato ci sentiamo “cornuti e mazziati”»

Signor Direttore, ho atteso il giorno dopo prima di scriverLe perchè in parte dovevo far passare l’arrabbiatura, e in parte perchè volevo leggere cosa diceva la stampa locale dell’increscioso episodio della coda chilometrica di ieri. Con mia grande sorpresa e sconcerto l’opinione che pare prendere corpo sui quotidiani e pure sulle impressioni dei tifosi lette […]


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Signor Direttore,

ho atteso il giorno dopo prima di scriverLe perchè in parte dovevo far passare l’arrabbiatura, e in parte perchè volevo leggere cosa diceva la stampa locale dell’increscioso episodio della coda chilometrica di ieri.

Con mia grande sorpresa e sconcerto l’opinione che pare prendere corpo sui quotidiani e pure sulle impressioni dei tifosi lette sul Suo Giornale è che noi poveri scemi che abbiamo pensato di andare allo Stadio alle 16 del pomeriggio abbiamo sbagliato e che siamo stati veramente poco… previdenti. Non ho rilevato nessuna critica a:

– chi ha aperto solo 4 botteghini di cui uno dedicato alle rappresentanze di non so cosa,

– chi avendo visto già alle 16,30 una coda paziente e regolare di alcune migliaia di spettatori che a quel punto per nessuna ragione avrebbero potuto entrare in tempo,  non si è degnato di aggiungere addetti alle biglietterie.

Ma la cosa che più mi ha lasciato di sasso è il fatto che nessuno abbia protestato in favore di chi, come il sottoscritto, ha pagato regolarmente il biglietto dopo ore di coda, si è perduto tutto il primo tempo della partita e infine, è stato  “cornuto e mazziato” come si suol dire, perchè si è visto travolgere e superare da centinaia di spettatori cui è stato concesso di entrare gratis.

Ora i casi sono due: o, sopraggiunta l’ora dell’inizio della partita e vista la grande massa di aspiranti spettatori ancora in coda, si faceva entrare tutti gratis, e così non si faceva torto a nessuno, in quanto chi aveva pagato regolarmente il biglietto avrebbe comunque assistito all’intera partita, oppure si continuava a vendere tagliandi anche dopo la fine del primo tempo.

Ho visto ragazzi di Nocera che si erano fatti 800 km per venire a vedere la propria squadra, in coda con noi, con in mano documenti e banconote per gli altri del gruppo, che alla fine hanno dovuto aspettare che finisse il primo tempo per poter entrare. Cosa racconteranno di Genova una volta tornati a casa?

Chi dobbiamo ringraziare? Il Genoa? La Questura? Il servizio d’ordine degli Steward, che si sono accorti di noi quando eravamo già alla fine del primo tempo? Chi?

Mi scusi per il tono un po’ polemico, ma resto convinto che un’ora e mezza prima dell’inizio di una partita di Coppa Italia sia un tempo più che ragionevole in un Paese civile per acquistare un biglietto d’ingresso. Il problema è che probabilmente noi, un Paese civile non lo siamo più da un pezzo.

Cordialmente

Luca Cambiassi – luca.cambiassi@alice.it

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