La speranza di salvezza si è scontrata con la realtà di una situazione gestionale e tecnica non all’altezza di una serie A che garantiva la salvezza con poco più di 30 punti. E’ finita male e non abbiamo neppure la remota speranza di ripescaggi. E’ meritata Serie B per cause già spiegate dagli esperti.
L’unica certezza siamo ‘noi’: una tifoseria così non esiste e, comunque e ovunque, noi saremo sempre lì, ma … attenzione, ci torno dopo.
Un punto saldo è la fine della triste era dell’innominabile legale rappresentante, dimentichiamocelo che stiamo meglio. La nuova proprietà e dirigenza hanno evidentemente ‘toppato’ l’obiettivo salvezza, ma la tifoseria ha palesemente compreso gli errori di inesperienza rispetto al nostro campionato e concesso, mostrando una straordinaria maturità, la possibilità di riscatto. Si apre una fase nuova, il cambiamento è stimolante e soprattutto ci permette di tornare liberi di ‘sognare’.
Due cose mi preme sottolineare.
La prima è che la nuova proprietà e dirigenza non devono tradire le attese, quindi basta proclami, pianti, confessioni, ma anche slanci irrealistici e formulette giornalistiche. Che si lavori in silenzio e si dimostri coi fatti e con i risultati quanto detto fino ad ora. D’ora in poi le scusanti non basteranno più. Si facciano le scelte e se ne assumano le conseguenze. Tutta l’energia positiva che i tifosi hanno espresso può, con la stessa potenza, comunque e ovunque, diventare negativa ed è bene evitarlo.
La seconda cosa è che vorrei che i giocatori facessero le loro scelte per come le sentono o a loro convengano. Non si può pretendere certo che uno svedese, un camerunense o un termolese (esempi teorici) sentano i nostri colori come li sentiamo noi. Che valutino se stare o andarsene. Di fronte a offerte interessanti anche chi è più legato al Grifone può fare scelte diverse. Tutto ciò è lecito. Quello che però ho sempre trovato fastidioso è il decidere di andarsene lasciando messaggi strappalacrime e cuore ai tifosi, questo è insopportabile. Meglio altrove? La serie B sta stretta? Sei un professionista, prendi la borsa e buona fortuna. Chi resta deve esserne convinto, deve essere tecnicamente valutato da chi è lì per farlo e se resta perché legato ai nostri colori sarà più che benvenuto, genovese o da qualunque posto del mondo venga.
Alla proprietà, alla presidenza, alla dirigenza, ai giocatori, a tutti … il tempo di guardare avanti è arrivato, poche parole e sotto coi fatti concreti.
Un salutone e un augurio di ritorno dove ci compete, con una società ambiziosa e sana da ogni punto di vista, morale e di bilancio.
Paolo Guidetti