Rossi: “Giocare al Ferraris è fantastico. I tifosi ci danno sempre la spinta che ci serve”

"Ho conosciuto Ballardini nella Primavera del Parma. Quando avevo sedici anni ho cominciato a giocare con lui nella sua squadra per un anno. Dopo mi sono spostato in Inghilterra" ha continuato l'attaccante rossoblù

Rossi (Foto Genoa cfc Tanopress)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

“Ho iniziato a giocare a calcio quando avevo 4 anni nel mio paesino in America. Non solo con la mia squadra, ma anche con mio padre e mia sorella a casa. Il calcio mi ha fatto diventare cittadino del mondo: sono nato in America e a dodici anni mi sono trasferito in Italia, poi le  esperienze in Inghilterra e Spagna. Questo per me è stata una cosa bella, perchè ho avuto delle belle esperienze, ho conosciuto persone diverse e questo ti fa crescere non solo come uomo, ma anche come calciatore”. Queste le prime parole di Pepito Rossi davanti alle telecamere di Genoa Channel, il canale youtube sul mondo rossoblù. “Non sentivo tanto distacco dalla mia infanzia dall’Italia, anche se ho trascorso i miei primi dodici anni nel New Jersey, perchè i miei genitori sono nati in Italia. Mio padre è della provincia di Chieti, mia mamma di quella d’Isernia, quindi i pranzi e le cene erano sempre a base di pasta. Le cose italiane non ci mancavano. La mia prima lingua è stata l’italiano e ho imparato l’inglese quando sono andato a scuola. I miei anni nel settore giovanile sono iniziati nel Parma dopo essermi trasferito dall’America e ho trascorso cinque anni lì. Cinque anni abbastanza “lisci”, tra questo cambiamento di cultura, trovando amici nuovi. Ho conosciuto Ballardini nella Primavera del Parma. Quando avevo sedici anni ho cominciato a giocare con lui nella sua squadra e abbiamo fatto un anno intero. Dopo quell’anno mi sono spostato in Inghilterra”.

 

L’attaccante rossoblù non manca di ricordare con gioia la straordinaria esperienza in terra inglese dove, con la maglia dei Red Devils, ha conosciuto leggende del calcio come Alex Ferguson e mosso i suoi primi passi nel mondo dei professionisti:

 

“L’esperienza al Manchester United è stata la prima a livello di prima squadra. Ho conosciuto Ferguson il primo giorno, che per me era una statua, una leggenda, una persona che aveva fatto la storia del calcio, quindi vederlo di persona e poter dire che ras il mio allenatore quando avevo diciassette anni è stata una cosa davvero bella e quindi si. A Manchester ho avuto il mio primo contratto professionale, fatto il mio primo debutto all’Old Trafford, in uno stadio così grande e bello, segnato i miei primi gol. Posso dire di essere cresciuto non solo come calciatore, ma anche come uomo”

 

Ora la nuova avventura in Italia con la maglia del Genoa, squadra che l’ha ingaggiato a dicembre e che spera di poter godere della classe che lo ha sempre contraddistinto e di vederlo tornare al gol magari proprio sotto la Gradinata Nord.

 

“La tifoseria del Genoa è davvero molto calda. E’ bello vederli la domenica allo stadio, perchè ci danno sempre quella spinta che ci serve per andare a fare quel risultato. Tutte le domeniche la Gradinata è sempre piena, quindi per noi è un onore avere tifosi che ci vogliono bene e ci danno quella spinta in più ed è fantastico giocare al Ferraris”

 

Due parole su Genova, la nuova città che l’ha accolto come uno dei suoi figli, ricca di storia e di bellezze da scoprire.

 

“Sto cercando di conoscere Genova sempre di più, ma ci sono giorni in cui arrivo stanco dagli allenamenti ed è quindi difficile farsi una passeggiata, però quando ho avuto qualche giornata libera ho avuto la possibilità di girare sia la città che la riviera ed è davvero un posto speciale. Durante il tempo libero sono uno che preferisce di più stare a casa, riposarsi e vedere qualche film in TV o comunque andare proprio al cinema per vedere le ultime cose che sono uscite. Sono uno molto rilassato a cui piace godersi i momenti in casa con la famiglia”

 

Infine un consiglio per quei ragazzi che, proprio come lui fin dagli anni negli Stati Uniti, sognano di poter trasformare la passione per il gioco del calcio in un lavoro.

 

“Ai giovani posso consigliare di allenarsi sempre al massimo, perchè questo sport ti regala tante emozioni e devi andarle a cercare con il lavoro, con l’impegno e con sacrifici. In questo modo riesci a toglierti delle grandi soddisfazioni, che sia la partita alla domenica, i tifosi fuori per strada o la famiglia quando torni a casa. Sono loro che ti regalano queste emozioni e ciò ti fa dare ancora di più per averle”

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.