GRIFO D’ATTACCO – Con un pareggio un po’ così

Genoa ed Empoli si spartiscono un punto a testa: allo stadio Ferraris finisce 1-1. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 325ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Che cosa salva di questo pareggio «un po’ così» che non entusiasma? «Il distacco sull’Empoli che rimane inalterato, i punti guadagnati almeno su Cagliari, Monza e Frosinone e il recupero definitivo di due calciatori fondamentali per il Genoa come Retegui e Messias. La squadra di Gilardino ha sbloccato la partita con un gol di qualità di Malinovskyi, non l’ha chiusa e nella ripresa ha concesso campo all’Empoli che ha meritato il pareggio: l’errore di Vogliacco è grave perché messo male con il corpo – non vede il movimento alle sue spalle di Cancellieri – e con lo sguardo rivolto unicamente sulla palla crossata da Kovalenko. Dopo soli 83″ dalla sostituzione, il Genoa ha così subito la rete più rapida del campionato in corso effettuata da un subentrante; l’assenza della guida-Bani si fa sentire».

Mi parlava di Retegui e Messias, ci dica. «Mateo non aveva più di mezz’ora nelle gambe e, infatti, è sceso in campo per ritrovare condizione, ritmo e brillantezza dopo l’infortunio al collaterale durato due mesi: ha toccato pochi palloni e mi ha dato l’idea di essere fuori dal gioco. L’ultimo pallone lungo di Dragusin, Retegui lo contende senza la spinta delle gambe. Messias ha tenuto bene per un tempo nel quale ha colpito la traversa, poi ha forzato per una ventina di minuti con generosità: se il Genoa avesse raddoppiato, sono sicuro che entrambi sarebbero usciti prima. Si vede che il brasiliano è un calciatore di levatura superiore, sa interpretare le due fasi di gioco perché in carriera ha ricoperto molti ruoli, a Crotone ha fatto persino il terzino. La sfortuna di mister Gilardino sono stati gli infortuni che gli hanno impedito di preparare le partite con la squadra (e la panchina) tipo».

Il calcio è bello e relativo perché un classe 2006 ha rischiato di ribaltare qualsiasi lavagna tattica. «E molti avrebbero gridato al capolavoro tattico dell’allenatore. Seydou Fini, ancora minorenne, è subentrato con personalità in un momento della partita dove le sue caratteristiche di dribbling erano di aiuto per la squadra: l’eventuale gol sotto la Nord sarebbe stato l’apoteosi. Tempo al tempo. Fini è subentrato come seconda punta al posto di Malinovskyi, che dopo aver segnato è sparito dalla partita, per completare la partita da esterno: nel finale, il mister ha provato la coppia Retegui-Puscas ma l’esperimento è durato pochi minuti. Il pareggio è il risultato più giusto; l’Empoli visto a Genova, reduce da una sconfitta con quattro gol in casa, ha suscitato un’impressione migliore di Salernitana e Verona».

Tra due giorni, in campo per l’ottavo di finale di Coppa Italia. «Gilardino schiererà una formazione rispettosa della Lazio e della competizione, e viceversa. Salvo miracoli sulla strada di Roma, gli indisponibili saranno Bani, Gudmundsson e lo squalificato Frendrup; ci sarà spazio per chi ha giocato di meno – come Kutlu e Matturro – e per Malinovskyi che salterà Monza. La Lazio non è in un grande momento, è una squadra che non rispecchia il calcio propositivo professato da Sarri e vive di tanti risultati colti in extremis, come il gol di Provedel in Champions League o il rigore di Immobile contro la Fiorentina: l’ambiente è in subbuglio, il Genoa non ha nulla da perdere e questo può essere un vantaggio psicologico».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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