GRIFO D’ATTACCO – La paura fa novanta(quattro)

Manca Gudmundsson, il Sinner del Genoa. Prima grande prova di Malinovskyi

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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I minuti di recupero puniscono il Genoa per l’ennesima volta: sconfitta a Frosinone al 94′. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 324ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Tre punti al Frosinone: il Genoa ha il mal di trasferta. «Il rendimento deficitario lontano dal Ferraris è un aspetto da curare perché quattro punti in sette partite sono pochi, anche per una neopromossa. Il Genoa ha approcciato con l’atteggiamento giusto, lasciando intravedere un buon livello di preparazione effettuata nel corso delle due settimane: infatti, la squadra di mister Gilardino ha costruito due chiare occasioni da rete nei primi dieci minuti con Puscas e Frendrup. Tuttavia, è stato il Frosinone a passare in vantaggio dopo una mezz’ora anonima, sfruttando l’errore grave di Martinez, il primo nello specchio commesso da inizio stagione. Il secondo tempo, invece, è stato brutto, ma ciononostante l’occasionissima è capitata sul destro di Thorsby che ha sprecato un rigore in movimento».

A che cosa sono imputabili i numerosi cali di rendimento nei finali di partita? «Presumo non ci sia una risposta univoca, tuttalpiù una concomitanza di fattori, ma è evidente come a livello mentale susssita un problema: chi subentra deve portare freschezza atletica ma anche calarsi rapidamente nella tipologia di partita nella quale è chiamato a intervenire, altrimenti è meglio tenere in campo i titolari fino alla fine. Questo aspetto è mancato, e non solo allo Stirpe. Sinora, considerando gli ultimi 10′ di partita, il Genoa ha subito gol in sette occasioni; il dato rossoblù peggiora restringendo il campo d’analisi agli ultimi 4′ poiché le reti concesse agli avversari sono cinque. Non sono soltanto mere coincidenze o episodi imputabili alla sfortuna, cosa peraltro a cui non credo».

Alla brutta prestazione di Puscas si contrappone, finalmente, la prima grande prova di Malinovskyi. «Ruslan ha segnato un gol dei suoi, da fuori area, con un tiro capace di unire potenza e precisione: le statistiche dicono che negli ultimi cinque campionati, il rendimento dalla distanza di Malinovskyi è inferiore soltanto a quello di Messi. L’ucraino ha dato i primi segnali di essere un calciatore vero anche per il Genoa. Invece, continua il periodo negativo di Puscas che fallisce l’ennesimo gol da posizione ravvicinata che stavolta poteva stravolgere fin da subito la partita, anziché chiuderla come nelle precedenti situazioni. La sua scelta era obbligata – per non dire blindata – dagli infortuni rossoblù, un capitolo che certamente ha un peso rilevante nell’attuazione dei piani di mister Gilardino: la panchina non è all’altezza della Serie A».

A proposito di infortunati, pare difficile il rientro di Gudmundsson in vista dell’Empoli. «Albert è il Sinner del Genoa, il talento che fa la differenza e alza il livello complessivo della squadra, proprio come ha fatto il nostro tennista tirolese nella storica vittoria della Coppa Davis che ci mancava da 47 anni. Oltre a Gudmundsson, pesa l’assenza protratta di Retegui e il forfait di Bani (comunque ben rimpiazzato da De Winter e Vogliacco). A questi, rischia di aggiungersi anche la complicazione capitata a Strootman. L’Empoli ha la peggiore difesa del campionato e, come il Genoa, pareggia pochissimo; come ogni anno, propongono in prima squadra dei giovani molto interessanti come Baldanzi e Fazzini, entrambi del 2003. Caputo è una vecchia volpe del campionato ed è sempre pericoloso in area di rigore. Servirà il miglior Genoa per portare a casa la vittoria».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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