Elisa Casanova: «Skuhravy e Rossi, i miei idoli rossoblù»

Un campionato italiano, una supercoppa, una Len Champion’s Cup, argento ai Mondiali di Tianjin 2011 e soprattutto un oro appena conquistato agli Europei di Eindhoven 2012. E’ questo il ricco palmares di Elisa Casanova, centroboa del Rari Nantes Imperia e della Nazionale Italiana di pallanuoto, la Setterosa. Oltre ai suoi grandi successi ottenuti in vasca, […]


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Un campionato italiano, una supercoppa, una Len Champion’s Cup, argento ai Mondiali di Tianjin 2011 e soprattutto un oro appena conquistato agli Europei di Eindhoven 2012. E’ questo il ricco palmares di Elisa Casanova, centroboa del Rari Nantes Imperia e della Nazionale Italiana di pallanuoto, la Setterosa. Oltre ai suoi grandi successi ottenuti in vasca, Elisa non nasconde la sua esplosiva passione per i colori rossoblù del Grifone e, proprio per questo, si è concessa ai nostri microfoni per la rubrica dei “Genoani famosi”.

Innanzitutto, le rivolgo i complimenti da parte di tutto il popolo genoano per l’oro conquistato con il “Setterosa” agli Europei di Eindhoven. Cosa ha provato in quei momenti indimenticabili?

È stata un’emozione unica: per me è stata la prima medaglia d’oro di un certo valore. Ho vinto uno scudetto, una supercoppa, una coppa dei campioni e un argento ai mondiali, ma questa volta il trofeo sapeva proprio d’oro, oro puro.

Come si trova nella sua nuova esperienza ad Imperia?

Sono arrivata solamente quest’anno, ma non avevo dubbi sul fatto che mi sarei trovata bene. L’ambiente è sereno e tutta la città vive la pallanuoto: ad ogni nostra partita ci sono circa 8/900 persone a vederci. É bello avere un seguito così numeroso: nei miei sei anni a Firenze il pubblico era formato solamente da amici e parenti. Qui esiste la cultura della pallanuoto: il proprietario del negozio che ci sponsorizza piuttosto chiude prima per venirci a vedere, per poi tornare alla sua attività solo dopo aver visto la partita. Dobbiamo dire grazie al lavoro dei nostri dirigenti che ci promuovono in tutta la città. Faccio un esempio: al ritorno dagli Europei, Imperia era tappezzata di nostre foto con i ringraziamenti da parte di tutta la città. Queste son soddisfazioni.

Pallanuotista nella vita, genoana nel cuore. Come sono nate queste due passioni?

Ho nuotato fino ai vent’anni, ma poi mi sono stancata di fare avanti e indietro per una vasca. Ero arrivata al punto di percorrere 12/13 chilometri al giorno. Insomma, non ne potevo più: i miei fratelli giocavano già a pallanuoto e così, rimanendo sempre in acqua, ho cambiato sport. Il Genoa invece fa parte di una tradizione famigliare: dalla nonna, alla mamma ed infine a me. Mio padre è sampdoriano: pensi che mia madre l’ha scoperto solamente dopo il matrimonio! Tuttavia, i colori rossoblù hanno da sempre fatto parte della mia vita: la prima volta allo stadio, nel 1987, mi ha fatto totalmente innamorare. Nonostante gli impegni con il nuoto, iniziai a fare l’abbonamento da già dall’89: da quell’anno l’ho sempre rinnovato.

Passando all’aspetto tecnico: dopo una prima parte di stagione deludente, il nuovo Genoa di Pasquale Marino sembra aver finalmente acquisito un’identità precisa.

Soprattutto dal punto di vista del gioco. Il primo periodo targato Malesani non mi ha mai convinto: sarà che, come ripeto sempre, sono un’amante del calcio di Gasperini. Quando c’era lui ti divertivi e, a prescindere dal risultato, vedevi il bel calcio. Adesso con l’arrivo di Marino sembra tornata quella trama di gioco che mancava da tempo.

Ha avuto modo di poter ammirare le recenti magie di Rodrigo Palacio?

Palacio ha i piedi d’oro, è un gran giocatore. Se domenica al posto suo ci fossero stati i soliti nomi, ad esempio Ibrahimovic o nel passato Mancini, la stampa li avrebbe dipinti come dei fenomeni, come è successo. Invece, il gesto di Rodrigo è passato in secondo piano, reputandolo un colpo di fortuna.

In una recente intervista rilasciata in Argentina, il principe Milito ha prospettato il futuro di Palacio in una grande del calcio.

Visti i risultati dello stesso Milito, a parte l’anno del “triplete”, non so quanto possa convenire lasciare una piazza come quella genoana per approdare in un ambiente decisamente più ostile, più esigente, dove se rendi, bene, ma se sbagli una o due partite sei fuori. Per il portafoglio converrà di sicuro.

Lei è la centroboa della Nazionale Italiana campione d’Europa. Qual è il suo corrispondente nel Genoa attuale?

Credo Gilardino, ovvero il centro dell’attacco. È un bel giocatore, anche se a volte sbaglia dei gol che non dovrebbe sbagliare. Ad esempio: domenica contro la Lazio ha cercato lo stop, anziché tirare di prima intenzione. Chi era vicino a me, lo ha giustificato dicendo che quello non fosse il suo piede.  Sarò che io sono esigente. Comunque sia, Gila è un grande attaccante e mi auguro che possa segnare tanto e a lungo per il Grifone

Qual è il suo idolo della storia del Genoa?

Il mio idolo incontrastato è “Tommasone” Skuhravy: sia per gli ottimi risultati di quegli anni, sia perché la coppia che formava con Aguilera era qualcosa di speciale. Del Genoa attuale il mio preferito è Marco Rossi: incarna il vero spirito di sacrificio, in campo non si risparmia mai ed esce dopo aver dato tutto. È il vero capitano.

Tra i vari impegni agonistici, riesce a concedersi qualche partita al Ferraris?

Quando riesco vado nel mio posto fisso nella Nord, appena dietro la porta. Quando sono via per impegni sportivi, appena posso torno in albergo per guardarmi gli highlights in tv o su internet.

Provocazione finale: rinuncerebbe al titolo di campionessa europea, per la conquista della stella da parte del Genoa?

Ho 39 anni e mi rimangono ancora poche cartucce da sparare. Facciamo così: io tengo la medaglia e il Genoa vince tutto l’anno prossimo.

Daniele Zanardi

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