ANDREA DI MARCO: «Con l’arrivo di Preziosi il Genoa ha raggiunto un’altra dimensione»

Intervista esclusiva al popolare comico di Zelig e non solo. Tra i suoi cavalli di battaglia Don Giorgione e l'uomo con la chitarra


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Anche nell’ambito della comicità il mondo genoano è rappresentato alla grande. Una lunga tradizione che prosegue tutt’oggi attraverso elementi di spicco non solo a livello locale ma ormai capaci di sfondare anche in ambito nazionale.

Tra coloro che in questo periodo hanno registrato i maggiori successi c’è senza dubbio Andrea Di Marco che, tramite la prestigiosa vetrina di Zelig, è riuscito ad ampliare ulteriormente il suo già considerevole pubblico.

Una carriera lunga e variegata, iniziata nei Cavalli Marci di Claudio Rufus Nocera: con questo gruppo sono arrivate anche le prime apparizioni televisive in programmi come “Ciro il figlio di Target”, “Serenate” e “Palcoscenico”.

Dopo alcune esperienze radiofoniche e cinematografiche, Andrea Di Marco ha intrapreso con decisione la strada del cabaret diventando un punto fermo di “Colorado Cafè live” e “Bulldozer”, oltre a confermarsi uno dei più apprezzati protagonisti del Comedy Club. Fino alla definitiva consacrazione avvenuta con Zelig.

In esclusiva per Pianetagenoa1893.net, il noto comico esprime la propria opinione sul momento dei rossoblù, non trascurando simpatici aneddoti legati al Grifone.

Il mercato finalmente è terminato. E questa è già una notizia dopo mesi di estenuanti trattative. Adesso è giunto i tempi dei bilanci…

«Meglio di così non avremmo potuto aspettarci. Sono state concluse importanti operazioni che hanno rafforzato l’organico. L’arrivo del presidente Preziosi al Genoa è stato davvero provvidenziale e non dobbiamo perdere di vista la realtà: senza di lui la nostra dimensione, ad essere ottimisti, sarebbe stata quella di Torino ed Atalanta, con promozione in serie A e successiva retrocessione nel campionato cadetto. Un’altalena di cui tutti noi facciamo volentieri a meno. Un Genoa così proprio non lo ricordo. Il paragone con quell’annata in cui a Spinelli era andata di “culo” riuscendo ad arrivare quarto senza la minima programmazione proprio non regge. Non bisogna dimenticare che Aguilera non lo aveva scelto nessuno ed arrivò solo nel pacchetto Ruben Paz».

Secondo lei cosa ha spinto il presidente Preziosi ad allestire una formazione così ambiziosa?

«Il nostro presidente è sempre stato una garanzia ma questa volta si è addirittura superato. Credo che il calcio sia il suo fiore all’occhiello e, se lo lasciasse appassire, non farebbe più la stessa figura».

Tra i tanti rinforzi, quale ritiene il vero colpaccio del mercato rossoblù?

«Mi attendo molto da Miguel Veloso. Non è ancora al top ma ad Udine ha già dimostrato di possedere grandi doti tecniche. Credo abbia tutte le possibilità per rappresentare quel che è stato Thiago Motta. Le ambizioni del Genoa in questa stagione, a mio avviso, saranno strettamente legate al rendimento di Toni. Se il bomber si esprimesse al di sotto delle aspettative, comunque, la squadra avrebbe tutti i mezzi per far meglio dello scorso anno».

Le è mai capitato di essere impegnato in spettacolo in contemporanea ad una partita del Genoa?

«Diverse volte. Ricordo quanto accaduto durante il derby di ritorno dello scorso campionato. Ero a Frosinone, in un pub dove veniva trasmessa in diretta la stracittadina. Potete immaginare il mio stato d’animo dopo la sconfitta! In Abruzzo, invece, andò meglio. Lo spettacolo in questione si componeva oltre che della mia esibizione, anche di quella di alcuni comici romani e romanisti. Battemmo i giallorossi 3-2 e gli sfottò arrivarono direttamente dal palcoscenico. Ho anche avuto la possibilità, nell’estate 2009, di fare uno spettacolo a Neustift assieme a Carlo Denei esclusivamente per la squadra del Genoa. Pensavo: sono sempre stato io ad andare a vedere loro e questa volta sono loro a venire a vedere me? In quella circostanza conobbi Criscito, Milanetto, Moretti e Rubinho, oltre a mister Gasperini».

Pazzie per il Genoa ne ha mai fatte?

«Una domenica dovevo registrare, a Milano, una telepromozione assieme a Simona Ventura per “Quelli che il calcio”. Il Genoa avrebbe giocato in posticipo ed avevo tutto il tempo per arrivare in tempo. Purtroppo, però, l’orario iniziale delle 13.30 venne ritardato continuamente e terminai di registrare alle 18.30. Mi catapultai in tangenziale ed in autostrada per arrivare puntuale allo stadio di Marassi: entrai assieme alle squadre, vincemmo anche in questo caso contro la Roma».

Capitolo nazionale. Per il momento il commissario tecnico Cesare Prandelli ha ignorato il Genoa…

«Non potrà continuare a farlo, soprattutto perché abbiamo in squadra elementi del calibro di Criscito e Ranocchia».

Lei è abbonato?

«Sì, nel settore distinti, e quest’anno essendo residente fuori regione sono stato costretto a sottoscrivere la tessera del tifoso. Una schifezza».

Mi tolga una curiosità: Don Giorgione è genoano?

«No, tifa Salernitana. E’ un prodotto del vivaio della Salernitana e lì ha dato le prime ostie».

E l’uomo con la chitarra?

«No, lui è come me: ha un grande cuore rossoblù».

Claudio Baffico

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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