Veloso e la nuova interpretazione del ruolo: meno play, più mediano

Lascia l'impostazione del gioco a Bertolacci e resta più in posizione. Il portoghese corre tantissimo, fa più contrasti e lancia meno verso le punte

Davide Ballardini e le istruzioni a Veloso (foto di Tanopress Genoa)

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In Portogallo esiste la leggenda di Re Sebastiano. Il sovrano portoghese morì assieme ad altre ventimila unità durante una guerra navale che la corona scatenò contro il Marocco nel 1578. Il corpo di don Sebastiano non fu mai ritrovato e qui la storia si mischia al mito, all’imponderabile: c’è chi narra che sia stato trafugato dal sultano marocchino, chi invece sostiene che si sia rifugiato in un luogo ignoto per preparare il suo ritorno sul trono. Da più di quattro secoli la parte mancante dello spirito dei portoghesi aspetta di essere colmata da un nuovo re Sebastiano.

Nel 2016 il Genoa ha riabbracciato Veloso, un graditissimo ritorno di un calciatore dall’indiscutibile tecnica. Proprio come il suo precedente sovrano, il regno di Miguel II è iniziato sotto i migliori auspici di una stagione che invece si è rivelata fallimentare per tutta la squadra. Nell’attuale stagione Veloso colpisce perché occupa il centrocampo in modo diverso: preferisce lasciare l’impostazione a Bertolacci e stare più in posizione. Il portoghese corre tantissimo (oltre venticinque chilometri complessivi tra Roma ed Hellas Verona), fa più contrasti e lancia meno lungo.

Veloso sta disegnando il finale di carriera interpretando diversamente il suo ruolo. Una scelta saggia. Meno playmaker, più mediano di corsa. Non ha abbandonato l’amato dribbling per una scivolata in più; continua a fraseggiare corto e cambiare gioco a occhi chiusi senza disdegnare una diagonale a chiudere la sopravanzata del terzino con la palla. Il 5-3-2 di Ballardini lo aiuta perché solitamente sono gli attaccanti del Genoa, e non Veloso, a disture il metodista avversario. Se Miguel gioca così è perché si sente di farlo. Questione di feeling con il campo. Il suo redimento è buono, sebbene possa essere eccellente alla luce della qualità di testa e piedi. Ma Veloso è fatto così: è tornato, vestendo una nuova veste, come non ha ancora fatto re Sebastiano.

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