Sono quelle giornate “appiccicose di caucciù” di Bartali, la canzone di quel genio di Paolo Conte. Appiccicose, a giudicare dal numero di ore passate a tavola; di caucciù, perché manca solo quello per completare il grande slam delle indigestioni delle feste. E non sono luoghi comuni. Ieri il Genoa si è ritrovato a Pegli con il sorriso, nonostante la pioggia battente. C’è da trovare la concentrazione per affrontare alla perfezione l’ultimo impegno del 2017, anno nel quale il Genoa è stato particolarmente prodigo nell’elargire regali. Poteva succedere anche con il Benevento ma Lapadula, l’attaccante che ha ritrovato gli occhi del guerriero inca, l’ha risolta all’ultimo respiro.
La classifica fa meno paura della siccità offensiva del Genoa. Un problema che Giuseppe Rossi non potrà risolvere da solo, ma supportato da almeno due altri giocatori di livello. Lapadula è sulla buona strada, Taarabt si sta spegnendo dopo due mesi ad alta intensità. Ballardini e lo staff rossoblù lavoreranno per portare il marocchino al massimo della condizione dopo il rientro dalla pausa di metà gennaio: gli strappi palla al piede e la fantasia negli ultimi venti metri di Adel sono imprescindibili per accendere le partite.
Rientra l’allarme a destra. Rosi, uscito anzitempo con il Benevento dopo la scarpata in faccia di Del Pinto, ha passato il Natale con un pò di mal di testa e una cicatrice sul mento ma sarà a disposizione per il Torino. Stesso discorso per Lazovic. Ballardini recupererà Spolli, sebbene la sua caviglia soffra dei dolori da qualche settimana, ma perde Migliore per un problema al soleo. Si attende, infine, l’esito dell’accertamento al quale si è sottoposto Andrea Bertolacci: il centrocampista romano lamenta un fastidio al flessore destro. La speranza è di scongiurare una lesione che lo terrebbe fuori da giochi almeno fino ai primi di gennaio. Brlek e Omeonga sono pronti a sostituirlo.
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