ESCLUSIVA, Nappi: “Senza Suso, il Genoa può pensare a Laxalt in attacco”

"Alleno la Berretti del Livorno con gli insegnamenti del Prof. Scoglio e di Vavassori"

Nappi
Marco Nappi

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Un dribbling, e via. A due giorni dalla gara interna con l’Udinese (domenica, ore 15), Pianetagenoa1893.net ha intervistato in esclusiva Marco Nappi. L’ex attaccante del Genoa attualmente lavora con i ragazzi della Berretti del Livorno.

Come sta procedendo questa nuova esperienza di campo? Sto cercando di sfruttare al meglio questa grande a Livorno. I ragazzi stanno crescendo di settimana in settimana, pochi giorni fa abbiamo anche vinto il sentitissimo derby con la Carrarese. La stagione è appena iniziata. Come mister cerco di essere me stesso, aggiungendo la tattica e la cura del dettaglio del Prof. Scoglio e gli insegnamenti di Giovanni Vavassori“.

Che tipo di reazione avranno i rossoblù dopo il ko di Bergamo? Mi auguro simile a quella avuta dopo il derby, contro il Milan. Ero sicuro che il Genoa avrebbe reagito con una vittoria netta sui rossoneri: il Grifone può mettere in crisi chiunque al Ferraris. Domenica non sarà facile contro l’Udinese, ci sono Zapata e Thereau che segnano regolarmente. Sarà fondamentale la tenuta atletica“.

Quale attacco può far rendere al meglio Pavoletti? Dipende dal modulo che attua l’allenatore. Juric raramente utilizza due ali pure, non a caso vediamo sempre Rigoni in una parte di campo non sua. Penso che Pavoletti possa esprimersi al meglio con un giocatore di movimento come lo ero io o come l’anno scorso era Suso: un rapido che crea spazi, si allarga e crossa che in questo momento fatico ad individuare nel collettivo rossoblù. Nel mio tridente c’è sicuramente Laxalt, un giocatore straordinario che parte sempre da lontano e va sul fondo“.

Dove può migliorare il Genoa?Sono convinto che possa fare ancora meglio la fase difensiva. Tranne che con l’Atalanta e il Sassuolo, il Genoa il gol l’ha sempre trovato: non dimentichiamo che lì davanti ci sono giocatori interessanti come Simeone e un fuoriclasse come Pavoletti“.

Alessandro Legnazzi

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