(S)Visti da Lontano – Classifica non esaltante, ma la caratura della squadra non desta preoccupazioni

Il Grifone, sceso al Matusa per vincere, alla fine strappa con le unghie un punto d’oro che gli consente di non occupare la mortale terz’ultima posizione in classifica. Di questa trasferta ciociara resterà negli annali rossoblù solo la prima rete subita. Il gol di Blanchard entra di diritto nella top ten dei gol più assurdi […]


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Il Grifone, sceso al Matusa per vincere, alla fine strappa con le unghie un punto d’oro che gli consente di non occupare la mortale terz’ultima posizione in classifica. Di questa trasferta ciociara resterà negli annali rossoblù solo la prima rete subita. Il gol di Blanchard entra di diritto nella top ten dei gol più assurdi subiti dal Genoa nella propria storia recente. La rete frusinate per casualità, coincidenza e carambola si colloca tra il terzo gol di Martelli in Torino Genoa 3-3 del campionato 96-97 e l’inarrivabile gol su punizione di Barbas in Lecce Genoa 2-1 dell’89-90, di cui vi lasciamo il link al video per apprezzarne pienamente il contenuto (https://www.youtube.com/watch?v=8DnQWabVZ4I).

Ora la sosta per ricaricare le pile, completare l’inserimento dei nuovissimi come Lazovic, Ansaldi e Figueiras, e soprattutto risolvere i piccoli grandi problemi che il Vecchio Balordo ha. La classifica non è bella, ma la caratura di questa squadra non desta preoccupazioni in prospettiva. La cosa realmente drammatica è che il Genoa, in questi 12 turni di campionato, in ben 4 casi ha finito la partita in 10. Izzo contro la Juventus, Cissoko contro la Lazio, Dzemaili contro il Chievo, De Maio ieri, tutti espulsi per doppia ammonizione. Al netto del rosso diretto comminato a Pandev a Roma, il dato statistico del 30% di partite finite in 10 è devastante. E sarebbe ipocrita addossare la responsabilità di queste espulsioni alla classe arbitrale. Tutte le doppie ammonizioni, peraltro, erano in qualche modo evitabili con sangue freddo e calma. Gasperini e i calciatori devono lavorare molto su questo aspetto di esuberanza agonistica.

Sappiamo, essendo uomini di sport, che la “trance agonistica” distorce le percezioni. Ma sappiamo anche il calcio ha pause che consentono di rifiatare e ragionare. Il Mister gioca con 14 titolari e scommette sempre forte sui cambi, soprattutto degli esterni, per mantenere il ritmo alto e logorare gli avversari, cercando così nei finali di partita quel cambio di passo che spesso in passato ha significato vittoria. Se la squadra non riuscirà a cambiare l’andazzo, il tecnico dovrà seriamente pensare a cambiare strategia e sostituire i giocatori ammoniti, soprattutto i difensori e i centrocampisti di contenimento.

La sosta servirà anche per correggere questo aspetto.

Federico Santini

federico.santini@yahoo.it

RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO CONSENTITA SOLO PER ESTRATTO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893

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